Per puro caso, ieri, ho incrociato sulla chat di Facebook un collega giornalista che non sentivo da anni. Era uno dei più bravi della redazione, noto per l’abilità nel titolare. Non è da tutti saper titolare: in uno spazio in cui ti ci stanno tre o quattro parole devi sintetizzare, nel più immediato dei modi, il contenuto dell’articolo. Lui era un mago nel titolare, ma aveva anche un grande fiuto per la notizia ed una prosa da scrittore raffinato. Un talento naturale, uno che se in questo mondo esistesse un briciolo di giustizia avrebbe fatta tanta strada. Poi sia io che lui siamo rimasti senza lavoro. Gli ho chiesto dove la vita lo avesse portato. Mi ha raccontato che un giorno, per fame e disperazione, ha riempito senza nemmeno pensarci una valigia ed è partito per un Paese estero. Ha trovato un lavoro che col giornalismo non c’entra nulla e nelle sue parole c’era sollievo ed amarezza. Sollievo perché il lunario lo sbarca e il posto dove sta è accogliente, amarezza per la lontananza e per quello che poteva essere e non è stato. Io, che sono notoriamente un bastardo, gli ho ricordato che il più asino della redazione è invece comodamente seduto sulla poltrona di un ente pubblico. Vabbè. L’italia va così. Poi, oggi, ho letto questa notizia: http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/02/20/news/caso_ruby_nicole_minetti_riceve_da_berlusconi_un_bonifico_di_15mila_euro_al_mese-107791147/?ref=HREC1-3
Nicole Minetti riceverebbe un vitalizio mensile di quindicimila euro da Berlusconi. Berlusconi, condannato in via definitiva per evasione fiscale, condizione che non ha impedito all’attuale capo del governo di assegnargli il ruolo di padre delle riforme istituzionali. L’igienista dentale e ballerina di Colorado Nicole Minetti riceve 180 mila euro l’anno da uno che dovrà decidere la prossima architettura del nostro Stato. Quanto ci metterà, il mio amico giornalista, dopo anni di studi e dedizione al lavoro, per guadagnare quella cifra? La guadagnerà mai? È maledettamente difficile credere ancora in questo schifo d’Italia.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design