Ormai è strabico il mondo, davvero strabico. Strabici i vertici, i punti apicali delle stanze dove si governa il mondo; strabici i vassalli e i servi della politica nazionale che ha perso il senso e la dignità dei propri confini di sovranità; strabici i vassalli e i servi dell’informazione che fanno da corte ai punti apicali di cui prima e ai servi di cui sotto.
La notizia dev’essere e sarà che “tutti esultano”. La notizia vera è – ma non deve apparire – che in molti languono, patiscono, muoiono, lentamente soffrono, soffriranno e moriranno.
L’esultazione, nella finzione filmica orchestrata dai servi dell’informazione, promana dal fatto che la lista di riforme richiesta dalla Troika (pardon.. dalle Istituzioni) al governo greco è arrivata “nella notte, ma in tempo”, e i ministri delle Finanze Europee, uniti in assise teleconferenziale, l’hanno accolta positivamente. La Direzione generale degli Affari economici e monetari della Commissione Ue l’Eurogruppo, il Fmi e la Bce, esultano: hanno vinto. Le Borse esultano.
Nella finzione filmica orchestrata dai servi dell’informazione la resa di Tsipras ha prodotto un’evoluzione positiva che piace ai mercati: “la Borsa di Atene vola con il via libera Ue”.
Ora, non so se qualcuno ha mai speso due – dico due – minuti della propria esistenza, per andare a verificare lo spessore e il peso della Borsa di Atene in questo cappero di mondo globalizzato. Una faccenda che, per dimensioni, presenza numerica, volume di affari, fa ridere i polli. Ma tant’è.. bisogna costruire il mondo secondo le esigenze dei padroni, e i servi dell’informazione sono ben proni a queste esigenze.
La borsa di Atene conta 58 imprese quotate (CINQUANTOTTO), di cui 13 sono Banche, 5 Assicurazioni, 4 imprese delle Telecomunicazioni, 5 dei Transporti, 3 Hotel, 13 del Commercio, 13 Holding di settori vari e poche altre (due o tre) in altri settori. I primi dieci gruppi esprimono già il 70% del totale, e la sola Coca Cola Hellenic Bottling pesa il 27%. La capitalizzazione complessiva della Borsa greca fa ridere i polli e piangere solo gli stranieri che ne detenevano i 2/3 e sono fuggiti dopo il crack: poco più di 45 miliardi di euro.
Per dire… quella italiana, che non è da meno come puzza di pezzente, solo oggi ha capitalizzato 655 miliardi di euro. Per dire.. un paio di anni fa il solo volume di transazioni quotidiane della Apple al New York Stock Exchange superava quello complessivo della nostrana borsa straccione dei bauscia milanesi. Per dire… e poi ci fanno anche le palle quadrate con la rubrichetta “economica finanziaria” alla fine dei tiggì… Ma per piacere! Il senso della misura non appartiene al nostro mondo dell’informazione, “vuoto senza orrore di se stesso”, direbbe il grande Petrolini in Gastone.
Vuoto, senza orore di se stesso e anche “strabico” e un po’ stronzo, aggiungo io. Senza la capacità e il coraggio di tornare a guardare e investire energie in quella culla dell’economia dove si producono le cose e il loro valore, dietro e dentro il lavoro umano, e non solo dietro e dentro la finanza. Senza la capacità e il coraggio di troncare la ripetizione di un rito che purtroppo è diventato mito, quello per cui se la Borsa vola stiamo tutti un po’ meglio. Un po’ più di coraggio e un paio di occhiali sul naso servono, a tutti, proprio a tutti, prima che il vuoto ci avvolga e, insieme al vuoto, anche “l’orore di Gastone”
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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