Ho incontrato un vecchio conoscente poliziotto. Di quelli nei quali il senso di appartenenza non cessa con la pensione e rompono le balle ai colleghi dicendo bisogna fare così o cosà come se non fossero mai andati via. Oh, ce n’è anche nella mia categoria, i giornalisti. A me, certi giorni, quando ero al lavoro tipo quattordici ore su ventiquattro vederli gironzolare tra le scrivanie a sospirare “Eh, ai miei tempi…” non è che mi aiutasse a contenere fatica e nervosismo. Quindi ora sto bene alla larga. Invece questo mio conoscente poliziotto frequenta il suo vecchio giro ed è piuttosto informato. In quanto a umori, a esempio. E mi sembra di capire che questa ondata lombardo-ministeriale di ostilità contro i negher non è che faccia molto piacere ai dipendenti, i quali sanno quali sono i problemi veri e si chiedono quando si comincerà a parlare con lo stesso entusiasmo di criminalità organizzata e di microcriminalità diffusa, di quartieri a rischio, di violenza giovanile, di disagio sociale, di controllo capillare del territorio, di organico, di turni di lavoro, di addestramento e di tutte queste sciocchezze con le quali i poliziotti hanno a che fare ogni tanto. E’ vero che a qualcuno nella categoria può fare piacere un Governo che dice “ma quali leggi contro la tortura, i poliziotti devono essere lasciati liberi di fare il loro mestiere”. Ma mi sembra di capire che per molti altri, insomma, è un po’ come dire che il loro mestiere è quello dei torturatori. E il mio conoscente, a esempio, a parte un potente calcio un culo a un teppista per il quale ogni giorno si pente da anni (conosco la storia, tra l’altro: risale a molto tempo fa e pure essendo allora un fresco ex sessantottino un calcio un culo a quel farabutto forse glielo avrei dato pure io), non ha mai messo le mani addosso a nessuno se non in caso di resistenza o aggressione. Ecco, quindi mi sono fatto l’idea di una fetta di burocrazia locale che in qualche modo è in una posizione d’attesa rispetto alla reale efficacia di questo nuovo Governo che a parole dice di volerla rappresentare, questa burocrazia, con maggiore entusiasmo di qualsiasi precedente Governo. Non so, ma mi sembra quasi che tutto ciò rispecchi dalle mie parti quello che avviene sul piano nazionale. Uno Stato che si pone in posizione di difesa rispetto a questo Governo che deve rispondere a un intestino irritato elettorale che le strutture statuali sono abituate a governare e a fare ragionare piuttosto che a fare eruttare qui è là con esisti talvolta disastrosi. Di solito c’è un’opposizione che comunque contiene gli eccessi e aiuta lo Stato a conservare gli equilibri, ma questa volta, come non mai nello storia del nostro Paese, ci sono uomini soli al comando, come avevano detto di Coppi, che però mi era più simpatico dei ciclisti che corrono verso il traguardo. Siamo quindi al punto che l’unica opposizione al Governo avviene da parte dello Stato? Boh, sarebbe una bella faccenda per gli studiosi di Storia dell’amministrazione italiana. Comunque dal mio modestissimo punto di osservazione vidi qualcosa di simile nel 1994, durante il primo imprevisto governo Berlusconi con il Msi e la Lega, quando certi esponenti della burocrazia sarda, così mi sembrò, tenevano un rispettoso ma prudente atteggiamento nei confronti di new entry quale Maroni a “comandare” la polizia e Previti i carabinieri. Nessun pregiudizio, ma, insomma, “stiamo a vedere”. E allora, comunque, nonostante l’annichilimento della batosta elettorale, un’opposizione c’era. Figuriamoci ora. La grande differenza rispetto a quel ’94 è che se anche ora come allora il Governo implodesse per cause interne dopo qualche mese, non ci sarebbe nessuno in grado di raccogliere il consenso necessario per prenderne il posto. Quindi lo Stato vigila perché questo esecutivo che deve rispondere a una grande fetta di popolo che l’ha voluto per le sue promesse iperboliche e per una narrazione dei problemi molto sentita ma quasi del tutto falsa, non tenti di esaudire alcune tra le più pericolose di queste promesse. E dire che il problema è il negro sotto casa e non il criminale che un giorno o l’altro, a forza di prestiti a strozzo, ti ruberà anche la casa è una di queste faccende.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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