Una volta ho pensato di fare il cinema. Mi ero convinto di poter diventare un attore di quelli tosti: tipo Gian Maria Volonté. Non avevo la faccia e neppure il fisico. Mi ero innamorato del film “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” con la bellissima Florinda Bolkan. Ecco, il problema era tutto lì: trovare la mia Dea per provare a costruire il film. Ne parlavo in passeggiata, nella mia Alghero, con una certa leggerezza. “Non andrai da nessuna parte”, mi dicevano. Nella mia serena follia immaginavo di arrivare a Broadway. Per me, almeno a quei tempi, era una scommessa d’amore. Non sapevo ballare, non potevo pensare di diventare Fred Astaire, anche se amavo le cabriolet e Ginger Rogers però avevo puntato tutto sull’attore politico, duro. Volonté, appunto. Non avevo mai previsto le gambe di Marinella e non avevo mai capito nulla della felicità. Si presentò una sera in passeggiata con quella gonna dedicata alla fantasia. “Mi hanno detto che cerchi un’attrice. Eccomi. So ballare come la Rogers. Partiamo per New York?”Era la mia stella di Broadway. La dea perfetta. Mi vedevo già sulla Union Square, con le luci al neon, le sigarette che giocavano tra la nebbia e la città. Potevo prevedere fulmini e saette. Potevamo provarci davvero a fare gli attori. “Mi dispiace,” dissi con uno sguardo truce, da attore consumato, “Non sono un business man, voglio solo fare film politici, senza balli e senza musica. Sono un attore serio, io. Voglio superare Gian Maria Volonté.La vidi allontanarsi tra il mare e i sospiri. Guardando quelle gambe muoversi pensai: era la felicità. Era la mia stella di Broadway.Lasciai perdere la voglia dell’attore e non rividi più la mia Ginger Rogers. Chissà dove è finita Marinella. Ho un sospetto: tra i miei sogni e i miei anni passati, tra una cabriolet rossa, sigarette, dolcezze e molti baci mancati.Io, per destino e per fortuna, non ho superato Gian Maria Volonté, un attore immenso che il 6 dicembre del 1994 ci lasciava all’età di 61 anni. Morì durante le riprese del film “Lo sguardo di Ulisse” per un infarto. Morì di cinema e per il cinema. Il mio grande e immenso attore.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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