– Se stai male sarà il caso che chiami mamma o papà e ti faccia venire a prendere – gli dico osservando i suoi occhi rossi e lacrimosi.
– No prof., non fa nulla, aspetto la fine delle lezioni –
– Ma guarda che mancano 4 ore e se non ti senti bene diventano interminabili… –
– Già resisto –
– Perché devi resistere? Dammi retta, chiama mamma –
Scuote la testa, poco convinto.
Mi avvicino a quell’adolescente dall’abbigliamento così diverso dai compagni, chinandomi davanti alla sua felpa indossata ogni giorno, dignitosamente. Sempre la stessa, così come i jeans sdruciti e sbrindellati. E forse, altrettanto dignitosamente, lavati nel weekend per ritrovarli lindi il lunedì. Un look che difetta per varietà, ma non scarseggia in pulizia.
– Perché non vuoi chiamare? C’è qualche problema? – gli dico sottovoce approfittando del brusio e della distrazione dei compagni.
– Non ho credito nel telefono, professore’ –
– Stai tranquillo, ci penso io – rispondo chiedendogli il numero della mamma.
E’ proprio lui che mi è venuto in mente ieri, dopo aver effettuato una ricarica online, quando ho ricevuto il seguente messaggio dalla Vodafone:
“Regala Vodafone con 2 euro entro il 31/05. Regala 2 giorni di minuti e sms illimitati più 2 GB/giorno. Scrivi regalo e numero di un amico al 422462.”
Vado a scuola, procuro in maniera rocambolesca il numero del ragazzino, evitando di chiederglielo, e mando il messaggio all’istante. Dopo un paio d’ore la Vodafone con un sms mi certifica il SUO regalo:
“Gentile cliente, ti confermiamo l’addebito di 2 euro.” Forse io ho lacune nella comprensione del testo. Forse quelli lì mandano messaggi equivocabili. Forse nulla è più difficile che decifrare l’incomprensione altrui. Ma io avevo capito che quel regalo l’avrebbe elargito la Vodafone.
Sapendolo prima avrei fatto una ricarica al mio alunno, direttamente. Anziché farmi prendere per il culo.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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