Nessuno lo guarda, ma tutti conoscono il meccanismo di quello che è considerato lo spettacolo nazional-popolare, ovvero qualcosa che abbraccia il popolo e una nazione. Siamo fatti così: sofisticati, complicati e snob. Se ci dovessero chiedere il nostro cantante preferito mai e poi mai diremmo Toto Cutugno, al massimo i Toto. Ci piacciono Led Zeppelin, Lou Reed, Bob Dylan, Bruce Springsteen però, a dire il vero, quel bacio in spiaggia lo abbiamo dato con il sottofondo della canzone di Umberto Tozzi che ci ricordiamo per tutta la vita, ma non lo ammetteremo mai.
Così va il mondo e in Italia fa molto chic dire che non si guarda Sanremo che poi, figurati, quest’anno lo presenta Claudio Baglioni, mai amato e mai cagato. Già, però quando si prende una chitarra nessuno parte mai con una canzone colta dei Queen e “questo piccolo grande amore” lo conoscono a memoria anche le nuove generazioni.
C’è questa moda tutta italiana di denigrare le cose popolari, quasi a vergognarsi di non essere troppo intellettuali. Sanremo non è lo specchio del paese, è un modo come un altro per ascoltare le canzoni che nel bene o nel male hanno fatto un pezzo di storia musicale del paese. Anche Vasco Rossi è passato da quelle parti, Zucchero, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, gli Stadio e gli Avion Travel, per restare sul colto. Certo, tutta gente che a noi non piace, figurati se ascoltiamo questa roba noi amanti degli Aerosmith. Vi sfido: andate in spiaggia e intonate una canzone degli Afterhours – dubito la sappiate a memoria – e provate a vedere l’effetto che fa. Poi, così, senza farvi vedere cominciate a canticchiare “aveva sedici anni, quel giorno la mia mamma”, la canteranno tutti. E quella è una canzone passata per Sanremo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
I giornali di oggi (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.702 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design