In questi giorni passa sugli schermi Rai l’avviso sul pagamento del canone. E’ diverso da quello degli scorsi anni perchè il Governo Renzi ha cambiato le regole del gioco. Il canone, da quest’anno, si paga direttamente con la bolletta della luce elettrica. Non c’è più la volontarietà del pagamento ma, come dire, ci verrà prelevata in comode rate tutta la cifra, che è pari a 100 Euro. Non voglio entrare nel merito della liceità del prelevamento. Però una piccola cosa balza subito agli occhi: la RAI guadagnerà da questa operazione una cifra ben più alta che negli anni passati e i cittadini pagheranno meno. Il risparmio è ci circa 14 euro. Non tantissimi a dire il vero, però questa operazione ci porta a fare qualche piccola considerazione. Io, per esempio, ho sempre pagato regolarmente il canone. Lo ritengo un buon prezzo per il pluralismo e la libertà di uno Stato. Il canone serve, soprattutto, a non inseguire necessariamente l’audience e la pubblicità, mandando in onda programmi di qualità che, a volte, non hanno il pubblico che si merita (pensate, per esempio, al Teatro di Euduardo De Filippo dal quale ho imparato moltissime cose). Guardo pochissimo la televisione ma ritengo che sia un servizio che debba essere necessariamente pagato. Come un film, una pizza, una partita di calcio. Alcuni obiettano: “Ma è un pessimo servizio e buttano i soldi in cose stupide”. Non ho mai saputo di persone che si siano fatti rimborsare un biglietto per un orrido film o per una pizza rimasta sullo stomaco. E’ giusto pagare la qualità ma è necessario pagare per averla. Se, per esempio, pago la mia pizza soltanto due euro non potrò pretendere di avere un prodotto davvero genuino. Ci sono poi quelli che dicono: “E’ caro”. Costava 9,5 euro al mese ed oggi costerà 8,3 Euro. Domanda: quanto costa Sky al mese? Quanto costa l’abbonamento internet al mese? Ma fatevi un’altra domanda: perchè Fininvest e Sky possono tranquillamente spartirsi la torta? Non è che, per caso, la politica, quella bassa e bieca ha distrutto negli anni la televisione di Stato (e quindi nostra) a discapito di un servizio che attualmente ci fanno pagare salato e, stranamente nessuno dice nulla? Il problema però non è solo questo. La televisione di Stato la guardano tutti e in tutte le fasce: ci sono programmi buoni ed altri meno buoni. E’ però l’unica televisione che il giorno della morte di Ettore Scola ha trasmesso ben due film (una giornata particolare e la famiglia) dimostrando di essere, davvero, una televisione di servizio. Ultima questione: il pagamento coatto costringerà tutti a pagare la Rai. Anche quelli che non sborsavano nulla e vivevano su quelli che il canone lo pagavano. Il buon Padoa Schioppa, ministro dell’economia del secondo governo Prodi, disse che pagare le tasse era bellissimo. Chiaramente fu subissato da insulti bipartisan. Anche io, a suo tempo, pensai fosse un iperbole, un’esagerazione poco condivisibile. Però, a guardare questa operazione del canone Rai, il buon Padoa Schioppa ci aveva preso: se tutti paghiamo il canone, la RAI avrà più fondi a disposizione e si spera, quindi, più programmi di qualità e se tutti, ma proprio tutti, paghiamo il canone, quello, come per incanto, diminuisce. Se pagare significa pagare tutti e pagare meno, le tasse diventano una cosa molto interessante.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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