Il passaggio in Sardegna di un intellettuale famoso in tutto il mondo, un intellettuale-guerriero dal profilo eccentrico ed affascinante, raccontato in un libro intriso di passione, tratteggiato con rapidi cenni in un linguaggio immediato da cronista, con un occhio al contesto internazionale e l’altro ai piccoli dettagli della vita quotidiana e di quell’avventura sarda. L’arrosto di agnello cucinato all’algerina con i coniugi Montalto di Alghero, le uova a colazione, la pesca alle aragoste, le lettere malinconiche spedite alla moglie Consuelo, a New York, e alle amanti sparse per il mondo, il mistero della morte protrattosi per oltre mezzo secolo e mai definitivamente risolto, quel braccialetto ripescato in mare, nelle coste della Francia, nel 1998.
Io non conosco Luciano Deriu. Ma, sapete, si possono scrivere recensioni di un libro senza necessariamente conoscerne l’autore, senza che le parole che si spendono e si ricevono su un libro debbano necessariamente apparire come salamelecchi tra vecchi amici o uno scambio di favori tra membri della stessa scuderia.
Luciano Deriu è l’autore di “Il piccolo principe dall’Isola alle stelle”, uscito nel 2013 per Carlo Delfino Editore. È una ricerca accurata del passaggio in Sardegna di Antoine De Saint-Exupéry, lo scrittore francese autore de “Il piccolo principe” ma noto anche per essere stato uno spericolato aviatore civile e militare, protagonista di tante avventure in giro per il mondo poi raccontate nelle sue opere. Tempi in cui ogni volo era la passeggiata di un funambolo sull’abisso. Antoine De Saint-Exupéry passò per Alghero nel 1944, volontario nella pattuglia militare francese installata nell’aeroporto di Fertilia, parte del comando alleato in Sardegna. Aveva già 44 anni, una affermata carriera di letterato alle spalle e i favori dei principali registi americani, tanto da essersi trasferito a vivere stabilmente negli Stati Uniti. Saint-Ex era un patriota ma, durante l’occupazione tedesca in Francia, fu accusato di tollerare il nazismo e di avere preferito gli agi della vita americana alla guerra. Un’onta che lavò partendo volontario e, grazie alle sue amicizie, facendo carte false per poter aggirare il limite di età di 30 anni, che non gli avrebbe consentito di pilotare un aereo. Quel gigante di due metri dalla cultura enciclopedica, affabulatore e giocoliere, trascorse in Sardegna una parte dell’estate del 1944, lasciando una traccia netta del suo passaggio. Una traccia in chiaroscuro, come la personalità di un uomo capace di passare repentinamente dalla gioia ad un pessimismo senza speranza. Da Alghero la base aerea venne trasferita in Corsica e dall’isola gemella Saint-Exupéry spiccò per l’ultima volta il volo, in un pomeriggio di fine luglio. Dopo avere scritto due lettere – una a Consuelo ed un’altra ad una destinataria mai rivelata, a Londra – e un articolo da consegnare all’amico John Philips, un fotografo della rivista Life che aveva documentato con magnifiche foto il suo passaggio ad Alghero. Una scomparsa rimasta sospesa nel mistero, tanto da autorizzare anche l’ipotesi di un suicidio. Poi, tra la fine degli anni novanta e il 2008, nuovi elementi hanno permesso di venire a capo di quel mistero, forse.
”Il piccolo principe dall’Isola alle stelle” è una indagine rigorosa ma scritta con delicatezza, una lettura piacevole arricchita da disegni che raffigurano lo scrittore-aviatore durante la sua permanenza sarda. Anche se non conosco Luciano Deriu, sento il bisogno di dirgli grazie. Perché ha scritto un bellissimo libro e perché, per un giorno, ci ha permesso di parlare d’altro.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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