Andrea e Giuseppe sono amici da ragazzini. Sono entrati a lavorare in fabbrica praticamente insieme, e insieme hanno lavorato per circa quarant’anni. Sarebbero andati anche in pensione insieme se la legge non avesse previsto le finestre per via della data di nascita. E così, mentre Andrea va in pensione a gennaio, Giuseppe deve aspettare qualche mese, proprio a causa della finestra.
Tuttavia si frequentano sempre dopo il lavoro: la solita passeggiata al porto, una puntatina al bar e qualche volta al circolo per farsi una mariglia con gli amici. Andrea fa qualche lavoretto a casa, anzi, in garage, dove ha una sorta di officina. Niente di particolare, un banco da lavoro, una morsa, qualche attrezzo per fare manutenzione a qualche motorino elettrico e qualche riparazione non impegnativa. Ma preferisce tenersi libero, non gli sembra vero di aver chiuso col lavoro, di non dover più timbrare il cartellino, di aver tempo da dedicare a sé e alla famiglia, anzi a volte è anche disponibile per qualche commissione.
Aspetta però con impazienza che l’amico di una vita vada in pensione, magari per andare insieme a pescare, per fare insieme qualche lavoretto ché la lunga esperienza in fabbrica li ha formati per affrontare anche qualcosa di più impegnativo anche per arrotondare.
E arriva il giorno in cui anche Giuseppe va in pensione. Si fa la festa con amici e parenti e si inizia la vita di pensionati, in coppia, come quando erano al lavoro, sempre molto affiatati.
Al mattino Andrea chiama Giuseppe: -Ciao, Giusè, a che ora scendi in piazza? -Mi dispiace, Andrè, devo fare delle commissioni, devo scendere in banca a pagare l’effeventiquattro di mia figlia…poi alle poste a pagare la bolletta di Abbanoa…poi devo comprare il pane e qualche altra cosa..insomma, anche oggi tutta la mattina impegnata. -Vabbè, ci vediamo stasera, allora. -Si, però dopo le quattro e mezza, ché prima devo ritirare mia nipotina dall’asilo.
E così per giorni e settimane, finché Andrea non perde la pazienza e affronta l’amico. -Ascoltami bene, Giusè, tu ti stai facendo prendere la mano. I tuoi familiari ne stanno approfittando. Ma quando lavoravi come facevano senza di te? La luce la pagavano? la spesa la facevano? e i bambini a scuola chi li accompagnava? i genitori o tu? Va bene qualche volta in caso di necessità, ma la pensione te la devi godere, non è che ti hanno trovato un doppio lavoro e stai facendo lu pizzinnu d’andéra…. Svegliati, amico mi’, svegliati! che ti stai rincoglionendo peggio che se lavorassi!
-Parli bene tu, che nessuno ti chiede niente. Beato!!! Ma a te, non ti mandano mai a fare le commissioni?
-Mi mandavano, mi mandavano, ma non mi mandano più, acchì mi soggu fattu fùibbu. Anche io ero diventato lo schiavetto di mia figlia, di mia nuora e pure di mia moglie. Poi un giorno ho deciso di ribellarmi.
-Ihhh, e hai avuto il coraggio di dire di no? Boh, io non ci riesco.
-No, figurati. Non ho mai detto di no. Solo…. quella volta che mia nuora mi ha mandato a pagare la bolletta di Abbanoa e dopo una settimana mi ha chiesto la ricevuta….”cazzzz, mi dispiace, me ne sono completamente dimenticato! Ecco cosa erano tutti quei soldi che avevo e li ho pure spesi. Mi dispiace, cèèè.. Aspè, non mi ricordo neppure dove ho messo il conto corrente, forse è nella tasca del giubbotto”…Sono andato a cercarlo e gliel’ho dato. Per i soldi le ho detto di aver pazienza fino alla pensione. Lo stesso ho fatto con mia figlia che si aveva preso il vizio di mandarmi a far la spesa: senza pane e senza detersivo l’ho lasciata, un giorno. Poi un altro giorno senza olio e acqua, e poi mi son dimenticato la pasta e le uova. E addaboi aggiu sivviddu a me’ muglieri (ho servito mia moglie) che “accompagnami dal parrucchiere”; “portami da tuo figlio”; “vieni prendermi alla Conad quando finisco la spesa”.. Io già la portavo: dalla parrucchiera, a far la spesa, dai figli… e la aspettavo. Finché un giorno ho cominciato a dimenticarmi di andare a prenderla e regolarmente avevo il telefonino scarico. In realtà lo spegnevo… Beh, lo sai Giusè? Piano piano hanno smesso di mandarmi a fare commissioni. E non me ne frega niente se mi trattano con un po’ di compassione, perché secondo loro c’ho un inizio di demenza senile: la demenza mi l’erani fendi vinì eddi (me la stavano facendo venire loro), come la stanno facendo venire a te!! Ascolta a me, Giusè, comincia a dimenticarti di pagare qualcosa, vedrai che ti liberi e…ti trattano pure meglio, e affuttiddinni si dizzini chi hai l’Alzhaimer. Megliu chiss’Alzhaimer che lu rincugliunimentu precoce! (fregatene se dicono che hai l’Alzheimer. Meglio quell’Alzheimer che il rincoglionimento precoce). E goditela la pensione, Giusè, che già te la sei lavorata!!!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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