Sono rimasto molto colpito dalle dichiarazioni del Conte di Monseny e quello di Egara, nonché del Barone di Quadras e il marchese di Vilanova i la Geltrù. Dichiarazioni che sono al centro della questione “catalana” e che nessuno ha dato il giusto peso. Questi signori, che rappresentano l’aristocrazia catalana (ebbene, esistono anche in Catalogna questi stravagantissimi personaggi) pare siano scesi sul piede di guerra contro i secessionisti perché nella regione rischiano di saltare, insieme alla monarchia, anche i loro titoli che perderebbero “la loro essenza e sarebbero sotto una pseudo-legittimità rivoluzionaria che non ci riconoscerebbe”. Così ha piagnucolato il Marchese di Vilanova su quotidiano El confidential. La Generalitat renderebbe questi titoli “carta straccia”. Ho riflettuto molto sulle parole del Marchese e ho sorriso. Anche perché ho letto del povero Re Filippo che, qualora la Catalogna diventasse autonoma, egli non potrebbe più fregiarsi del titolo di “Conte di Barcellona” mentre Leonor, la principessa ereditaria, perderebbe ben quattro titoli “catalani”. Una vera e propria catastrofe. Quindi, mentre i quotidiani e i media di tutto il mondo si interrogano sulle sorti di una secessione che potrebbe essere terribile sotto il profilo socio-economico, mentre ci si domanda sul peso e la forza che il popolo catalano ha dimostrato in questi giorni, nessuno si pone il problema dell’aristocrazia e dei vari Marchesi, Conti, Duchi di Catalunya e del Giunivert, della Carabassa e della Carabassetta. Insomma, nessuno al mondo sembra aver capito il vero problema di questa sete di indipendentismo: la perdita dei titoli per gli aristocratici. Qualcuno può avvisare, per cortesia, quell’anti aristocratico di Puigdemont?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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