E un altro pezzo di storia sarda è stato riscritto: http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2015/01/29/news/vino_scoperto_in_sardegna_il_pi_antico_vitigno_del_mediterraneo-105918935/?ref=HRERO-1
E non è roba da poco.
Figuriamoci se potevano essere stati i Fenici a insegnarci a fare il vino!
A imbriagonis che a nosu?
Completamente ridicolo.
Senza scadere nella “mitopoiesi”—ceee! L’ho scritto anche io!—è chiaro che un popolo che ha costruito circa 10 nuraghi all’anno per 800 anni era un popolo che aveva un surplus alimentare.
E solo chi ha un surplus alimentare può permettersi di coltivare una bevanda di lusso come il vino.
Chi costruisce nuraghi e coltiva la vite non ha tempo per coltivare il grano o per stare dietro alle pecore.
Chi scolpisce giganti non ha tempo per produrre cibo.
Qualcuno produceva, al posto degli architetti, degli scultori e dei vignaioli, le eccedenze alimentari necessarie a nutrirli.
Questa si chiama ricchezza: la possibilità di mantenere, a spese della comunità, gli artisti e i produttori di generi voluttuari.
Questa si chiama civiltà.
Un altro pezzo della Sardegna di Lilliu sparisce.
Deus gratzias!
Strano, no, quante cose si scoprono dopo la sua scomparsa?
Coincidenze: what else?
Allora: i sardi avevano scoperto la benzina—eja, a Iglesias la chiamavamo così—ben prima dell’arrivo dei “grandi civilizzatori” fenici.
Un altro pezzo della mitopoiesi lilliuiana finisce nel cassonetto della storia.
I sardi non passavano il tempo unicamente a costruire nuraghi e a scannarsi l’uno con l’altro: bufánt puru!
E avevano anche il tempo di curare la vigna.
Costruivano tantissimi nuraghi, scolpivano statue a “tutto tondo” più grandi di loro e conoscevano la voluttà della “granatza”.
Chiunque abbia guardato, con gli occhi di un “ignorante”, il nuraghe di Santu Antine non può stupirsi di queste recenti—fino a un certo punto–scoperte.
No, dico, ce l’avete presente?
Ci vuole molta buona volontà per vederci una struttura militare e per non vedere la grande bellezza della sua architettura.
Lasciamo pure stare le scoperte sugli allineamenti astronomici scoperte recentemente dagli eretici.
Lasciamo stare la scoperta dei resti identici di offerte trovati nei nuraghi e nei pozzi sacri.
Lasciamo perdere gli argomenti logici forniti, per esempio, da Massimo Pittau contro la destinazione militare dei nuraghi.
Pazzi, mitomani, interessati unicamente alla distruzione della SCIENZA.
Eja.
Ellus ca no?
Ci siete mai stati a Santu Antine?
Non aggiungo altro.
Allora, non sono stati i fenici a insegnarci a bere il vino.
Niente di strano, in fondo, se avete visto Santu Antine.
Chiedetevi piuttosto perché l’introduzione del vino—e di tante altre cose—sia stata attribuita ai fenici.
Questa sì che è una domanda interessante.
Chiedetevi perché la produzione dei giganti di Monti ‘e Prama viene attribuita, dall’archeologia ufficiale, a “artigiani del vicino oriente”.
Come il vino fino a oggi.
Perché non tacere, semplicemente, visto che non ne sanno nulla?
Per lo stesso motivo per cui La Repubblica pubblica sul suo sito la notizia della datazione dei vinaccioli sardi: perché siamo di fronte al caso di “un uomo che morde il cane”.
Non dovrebbe succedere.
“La cultura, in Sardegna l’hanno portata i fenici e, in seguito, i romani.”
E i nuraghi?
Ottomila nuraghi in ottocento anni?
“Servivano a difendersi dagli altri sardi.”
Ecco la vera, pericolosissima, “mitopoiesi” che tanto male ha fatto ai sardi.
Sarà un caso che queste scoperte si facciano subito dopo la morte di Lilliu?
Sarà un caso che i giganti siano diventati un caso solo adesso?
Appena gli eredi di Lilliu si saranno salvaguardati la carriera ne vedremo delle belle!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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