Voi avete sentito qualche politico sardo pronunciarsi sull’ultima uscita di Vincenzo Onorato, il signore dei mari sardi proprietario di Moby e Tirrenia? Per chi si fosse perso la dichiarazione, si trattava della lettera alla Federazione degli armatori in cui definiva “un’aggressione” l’iniziativa dell’armatore Grimaldi di proporre i propri collegamenti sulle linee Olbia-Livorno e Livorno-Cagliari, aprendo una diretta concorrenza con i battelli dello stesso Onorato. Un’assurda pretesa di monopolizzare il mercato dei traghetti e di imbrigliare la libera concorrenza. Bene, avete sentito qualche politico sardo – di sinistra, destra, centro – intervenire contro questa incredibile uscita? Io no. Il giorno dopo, Mauro Pili ha portato in Parlamento il caso del passaggio a livello di Bolotana, certamente importante ma forse meno di quanto lo sia la continuità marittima: un tema su cui si misura davvero la forza politica di una comunità, perché si tratta di un bene di prima necessità. Onorato ha poi cercato di buttare la palla in calcio d’angolo sostenendo che il bersaglio del suo intervento non era la concorrenza ma le assunzioni di extracomunitari ingaggiati da Grimaldi che, a suo dire, inquinerebbero il mercato. Argomento di sicura presa populista, se non fosse che quegli extracomunitari hanno il diritto di lavorare e di sfamare i figli come le migliaia di marittimi napoletani assunti nei decenni da Tirrenia. Sono irregolari, quelle assunzioni? Se lo sono, Onorato lo denunci. Aldilà della nazionalità degli equipaggi, io credo che l’armatore napoletano cercasse semplicemente di respingere le insidie al controllo esclusivo che esercita sugli spostamenti navali dalla Sardegna. E, così facendo, va esattamente contro gli interessi dei sardi. Tornando a bomba, qualche politico sardo ha rappresentato questi interessi contrari con una dichiarazione o un commento? No, non risulta. Negli anni, come qualunque buon imprenditore, Onorato ha cercato di stabilire buoni rapporti con la politica sarda, riuscendoci benissimo. Quando il suo monopolio sui mari sardi si è concretizzato, c’è stato addirittura chi (il deputato Settimo Nizzi, ex sindaco di Olbia) ha sostenuto che si trattasse di logiche di mercato cui la politica avrebbe dovuto mantenersi estranea. Ecco, se la politica deve tacere su un argomento così essenziale per la vita della Sardegna, davvero non vale più la pena di credere in questa politica.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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