Abbiamo possibilità di esprimere opinioni tramite le reti sociali su ogni argomento; quelli passati in TV, di default, danno vita ad un flipper di competenze impensate. Talvolta coincidono per tempistica: il sadismo infame della reporter ungherese che sgambetta i profughi e i Casamonica da Vespa. Non ho simpatia per il giornalismo subalterno “all’azionista di maggioranza” (allora la DC) secondo un’espressione sua. Nel merito dell’intervista ai Casamonica i pareri sono negativi: cacciatelo, sembra l’unanime voce. Non so se ecceda o violi la deontologia professionale chiamando in studio la parte incensurata della famiglia, a dire di un funerale ben sopra le righe. Di mafia capitale si sa tutto: perciò imbarazza l’inversione dei ruoli, dando parola a chi del sacco di Roma trae benefici. Quell’intervista manca di sensibilità e non è informazione. Intervistare chi ingentilisce od occulta la realtà non è giornalismo, al più accondiscendenza. Si cerca di far parlare la mamma dello stupratore, ma in quota ad una strategia difensiva ispirata dall’avvocato per uno sconto di pena. Spalmare banalità da avanspettacolo sulla quotidianità della Capitale, prescindendo dai furti all’ATAC, dalla parentopoli di Alemanno (i licenziamenti sono di questi giorni), dall’incapacità di Marino di porre argine alla deriva istituzionale è depistare la pubblica opinione. Ecco la necessità di un giornalismo libero che informi su chi governa a Roma: il super prefetto Gabrieli, badante in Campidoglio o Marino? Lui, rientrato dalle ferie in USA è sulle reti sociali come donatore di sangue; oggi a rendere conto del viaggio a Philadelfia, per accreditarsi a Papa Francesco. Sputtanato da Monsignor Paglia, il quale, dopo la telefonata di un finto Renzi del programma radiofonico “La Zanzara”, non esita a definirlo bischero. Roma, la capitale, il centro della cristianità. Dove un elicottero si alza libero in volo a far piovere petali di rose. Nel momento storico di Londra e Parigi e Madrid violate da! ll terrorismo islamico. Ecco: il problema trascende la fedina penale dell’intervistato o i limiti deontologici di un giornalista, la sua ansia da scoop. Nel salotto di Vespa sono coinvolti i vertici rinnovati della RAI, non per un controllo preventivo omesso: mai sia! sacrosanta la sua autonomia. Emerge un problema di metodo: intervista i Casamonica con l’impudenza voluta di chi “parla alla nuora perché suocera intenda”. Non siamo tra Cogne e il contratto con gli italiani, quando diede a Berlusconi la penna per firmarlo. Consapevole della forza del suo format collaudato, che garantisce alla RAI raccolta pubblicitaria e indici d’ascolto; forte di un suo pubblico, fidelizzato in anni e assuefatto dal suo ’infotainemant’ di anchorman capace. Sembra chiedere ai vertici RAI garanzia di libertà per il suo giornalismo, inutile alla democrazia. Sta a Renzi giustificare il rinnovo dei vertici RAI con la Gasparri, lui che annunciava una riforma per raccordare la TV pubblica al paese reale, sottraendola ai partiti. Compito complesso: la TV cambia cambiando l’Italia, oggi per adesione a innovazioni tecnologiche più che a strategie politiche: la RAI che insegue le private, che diventano Mediaset, che si confronta con la pay tv di Sky, che nell’attesa incombente di Netflix inseguono il pubblico intento a costruirsi un palinsesto tra reti sociali e Youtube. Intanto Renzi boccia i talk show del martedì, Michele Anzaldi gli va a ruota e De Luca accusa di camorrismo giornalistico la Rai 3: si parla “di editto bulgaro in salsa PD” (Nicola Lagioia), mentre Giannini usa la metafora del “cacciatore che scioglie la muta dei cani” per definire il clima in RAI. Denunciano la lottizzazione i 5 Stelle ma dal PD rispondono: lo facciamo a vostra difesa, dacché la Terza Rete vi trascura. Dimenticano che Grillo preferisce lui non andare in video.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
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Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
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Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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