La prima cosa che faccio é aprire la cassa. Non ho paura, in fondo mi ha chiesto solo 70 centesimi. Per il biglietto, dice. Si è palesato mentre controllavo i colli di arrivo dei libri. Sarà stato il doppio di me, almeno in larghezza. È entrato in libreria tutto sudato, affannando. Ma in fondo fuori c’erano almeno 32 gradi. Non mi spavento, è uno dei tanti che ogni giorno vengono a chiedere qualcosa in libreria. Qualsiasi cosa. Escluso i libri. Come la vecchietta che oggi stazionava fuori, fra me e l’agenzia di viaggi. E a ogni passante chiedeva una moneta e dedicava una preghiera, compresa la nigeriana (credo), che spingeva la carrozzina con dentro un pupetto bianchissimo, che si è fermata, ha aperto il borsellino e le ha dato quanto poteva. Dall’altro lato della strada, sempre di via Tola stiamo parlando, quella che fa angolo con via Satta S. La via con 88 voti, ohops civici, stazionava un’altra anziana signora, sui gradini dell’ex ceramificio Costa Smeralda. Anche lei chiedeva l’obolo, anche per lei la gente si fermava e offriva quello che poteva. E non erano vestite male, non erano povere straccione. Dichiaravano candidamente che con la pensione appena ritirata, e le tasse da pagare, non avrebbero finito neanche la settimana. Poi appare quest’altro. Un tossico che percorre il breve tratto che va da via Paoli alla libreria ogni tre minuti, e con insistenza ferma tutti e chiede qualcosa per poter mangiare. Il 90% delle volte lo schivano. Lo ignorano, e lui si incattivisce. A seguire diversi extracomunitari che esibiscono documenti che necessitano denari per l’espatrio, la permanenza, il ritorno in patria. Quindi passa il postino, con multe e tasse, e raccomandate. Quindi, arrivano le telefonate dai call center, con proposte varie, dalle assicurazioni alle imperdibili offerte telefonicoelettrichegas, a seguire googlemaps, che solo per oggi ti può indicizzare e far localizzare dai tuoi clienti, grazie a un accordo con paginebianchegialleblù.
Ma torniamo a noi. Arriva lui, sudato, agitato, grasso, col capo rasato da un giardiniere alle prime armi, pare. Mi chiede 70 centesimi per un biglietto, se posso. Gli dico, guarda, oggi caschi male, guarda pure, avvicinati, mi voglio fidare. Apro la cassa, in quel momento è completamente vuota. No, non completamente. Dentro c’è una moneta da un euro. Mi guarda, estrae dalla tasca 30 centesimi e mi dà il resto. Buona fortuna, mi dice. Come ti chiami? Mi viene spontaneo chiedergli. Victor. Ciao Victor, bentornato nel 1862.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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