Ci sono delitti che fanno rumore ed altri, invece rimangono molto silenziosi. Sono in apparenza però.Prendete per esempio quello di Ashley Olsen uccisa da un senegalese. E’ stata una giornata nata male, a ritmo di alcool e droga. La ragazza si è fidata di uno sconosciuto e ha rischiato. Un po’ come andare a 200 all’ora in auto e schiantarsi, ha scritto una nostra lettrice nei commenti al post di Romina Fiore (l’americana troia e il senegalese superdotato) che ha avuto migliaia di letture e condivisioni. Il ragionamento potrebbe essere coerente e, teoricamente valido. Non si accettano le caramelle dagli sconosciuti. Certo. Ce lo hanno insegnato e, tutto sommato, le precauzioni servono per vivere con più tranquillità. Infatti, siamo portati ad informarci quando facciamo varcare l’uscio di casa agli amici dei nostri figli. Sono, come dire, piccoli accorgimenti. Ed ecco che, invece, qualcosa di strano accade: quel ragazzo, boy scout, inserito nel gruppo di comunione e liberazione ci chiede di frequentare nostra figlia. Noi ne siamo chiaramente felici. Anche lei è una scout e anche lei è attivista di comunione e liberazione. Anzi, speriamo che questi benedetti ragazzi si frequentino spesso e che, magari, si fidanzino e si sposino. La meta di tutti: la famiglia felice. Poi scopriamo che quel ragazzo ha ucciso la nostra figlia, ventinove coltellate e l’ha preventivamente violentata. Ha scritto una poesia allucinante e nessuno ha pensato che potesse essere lui l’assassino. Sono passati ventinove anni prima che si scoprisse la verità. Stiamo sempre con gli usci chiusi. Non è più tempo di fidarci. Vero. A volte le nostre frequentazioni si limitano ad una cerchia ristretta di amici e di parenti, strettissimi. Come la zia di Tore Usai. Storia terribile, accaduta a Sassari nei giorni scorsi. Bonaria Sanna non si fidava del nipote tossicodipendente e violento. Non le aveva lasciato le chiavi di casa. Eppure apre le porte a quel ragazzo sbandato, tossicodipendente, seguito dal Serd. La lite furibonda e poi l’uccisione. Il boy scout ed il nipote. Due persone perfettamente conosciute che hanno prodotto la mattanza. Ecco, la maggior parte dei delitti avvengono tra le mure domestiche e l’assassino non è lo sconosciuto antennista o idraulico o muratore cui abbiamo aperto le nostre porte. La maggior parte degli assassini sono coloro che conoscono molto bene la vittima: fidanzati, amici, mariti, amanti, fratelli, genitori. Dovremmo non fidarci più di nessuno? No. Potremmo però provare a non scandalizzarci davanti ad alcuni delitti. Ashley Olsen, l’americana uccisa da un senegalese era una donna libera. Che si è fidata. Lidia Macchia, la ragazza boy scout e Bonaria Sanna erano due donne libere, che conoscevano perfettamente il proprio assassino. Quello di Lidia, poi, oltre ad essere ragazzo “di chiesa” era anche amante della poesia. Una fra tutte: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Cesare Pavese. Ecco, a volte sono i dettagli che ci sfuggono. Proviamo a riflettere su questi. Il dibattito sarà meno cruento e forse, più interessante.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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