Le cronache del 6 luglio del 1957 riferiscono di una ventina di morti per il caldo, in quella sola giornata e nella sola Italia settentrionale, di mezzo milione di pulcini importati dall’Olanda stecchiti per le temperature insostenibili, di un cittadino di Biella (di cui si riportano impietosamente nome, cognome, civico di residenza) che fu fermato dalla forza pubblica mentre cercava di barricarsi dentro il frigorifero e invece finì recluso in manicomio. Per la cronaca e per ironia della sorte, il poveretto si chiamava Forno Remigio.
Peraltro, in polemica con Nenni, Togliatti dichiarò che l’Unione sovietica di Stalin aveva saldi principi democratici: segno che il caldo, quel 6 luglio 1957, dava davvero alla testa.
A Roma, il termometro segnò 31.6 gradi già alle nove del mattino e il cronista segnalava un insolito fenomeno: il traffico, in città, era intensissimo fino alle tre del mattino, a dimostrazione di come la gente cercasse consolazione nella relativa frescura della notte. Il professor Bilancini, ordinario di meteorologia, dichiarò che nessun abbassamento delle temperature era previsto per i giorni seguenti, previsione che gettò nello sconforto mezza Italia: a Asti, quel giorno, la temperatura raggiunse i 38.1 gradi, a Brescia i 37.2. Però gli esperti precisarono che non si trattava di un record, perché nel 1945 le temperature toccarono picchi ancora più elevati.
In quello stesso 6 luglio 1957 le cronache estere si occupano della devastante siccità che stava mettendo in ginocchio la Francia, con le autobotti costrette a girare per i quartieri di Parigi e a rifornire cittadini col becco asciutto.
Nello zoo di Colonia si registrò la morte dell’orso polare, colto da insolazione e annegato in una vasca.
Chi legge la mia agenda sa che mi sono già occupato di questi “precedenti termici” in una rubrica di qualche giorno fa. E sa anche che non voglio minimamente minimizzare la portata della catastrofe ambientale.
Però.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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