Premessa obbligatoria: questo articolo non è contro i grillini e non è a favore di Cappellacci. Leggendo l’intervista di Andrea Mura apparsa oggi sulla Nuova Sardegna, alcune considerazioni mi vengono spontanee. L’onorevole Mura, incalzato dall’Onorevole Cappellacci, è stato chiamato a rispondere sulle ripetute e quasi totali assenze dall’aula di Montecitorio. L’esponente di Forza Italia ha dunque chiesto al velista pentastellato se questo è il suo concetto di rappresentanza del suo movimento. Aggiungo – ed è importante – che Ugo Cappellacci su 220 votazioni ha partecipato 216 volte (pari quasi al 100%) mentre Andrea Mura è risultato assente il 96% delle volte. Fatta questa doverosa premessa occorre anche ricordare che uno dei punti di forza del movimento cinquestelle è sempre stato l’importanza della militanza, della partecipazione alla costruzione di una democrazia diretta con uno stretto contatto con i cittadini che, secondo il non-regolamento, valevano quanto i deputati e nella prima prima tornata – quella del Parlamento da aprire come una scatola di tonno – erano anch’essi cittadini semplici, investiti dal popolo a rappresentarli con forza e devozione. Aggiungo ancora (mi perdonerete per la pedanteria) che le Leggi si discutono in Parlamento e si discutono anche tutte le scelte del governo attraverso le richieste da parte dei singoli deputati (interpellanze parlamentari, ordini del giorno) che sono i veri grilli parlanti a difesa della democrazia. L’Onorevole Andrea Mura la pensa, a quanto pare, in maniera decisamente diversa e ci racconta la sua densa giornata di non-parlamentare: sveglia alle cinque di mattina, colazione e via di corsa a preparare la barca per la prossima regata. Alle 10 in ufficio con uno sguardo alle problematiche proprie di un parlamentare, sino alle 13.00. Pranzo e alle 14.00 ancora in barca per due ore. Rientro in ufficio per rispondere alle mail. Poi palestra dalle 19 alle 21. Cena e riposo. Un giorno alla settimana a Roma, per la commissione trasporti: partenza con il primo volo e rientro con l’ultimo. La vita “attiva” di parlamentare a Montecitorio è dunque circoscritta ad una sola presenza settimanale. Mura capisce che questa attività ha dell’incredibile ma la risposta alla giornalista è stupefacente: “L’ho detto fin dall’inizio che non volevo fare il parlamentare ma il testimonial per salvare gli oceani dalla plastica. Se continua così entro il 2050 l’ecosistema marino andrà completamente distrutto. Ecco perché è così importante impegnarsi in questa missione. E nessuno può farlo meglio di me. A novembre sono impegnato nella famosa Rotta del rum (…) Userò la mia imbarcazione “vento di Sardegna” davanti a due milioni e mezzo di spettatori e 90 milioni di telecamere. (…) Per la prima volta uno sportivo ancora in attività sarà testimonial della Camera dei Deputati su un tema che interessa tutti”. Questa riposta è molto simile a quella di Jake Blues, interpretato da John Belushi, nel film “ The Blues Brothers”: ”Non ci prenderanno: siamo in missione per conto di Dio” e quindi, non sapendolo, la Camera dei Deputati è testimonial di una missione decisamente importante alla quale non ci si può sottrarre. Dovremmo chiedere al Presidente Fico se per caso le assenze dell’Onorevole Mura siano giustificate, così come lo sono quelle di molti Parlamentari che, per espletare il proprio mandato, vanno in missione anche all’estero in nome e per conto del Parlamento e quindi del popolo italiano. Se così non fosse l’Onorevole Mura dovrebbe spiegare se questa benemerita e condivisibile missione si sarebbe potuta espletare anche come normale velista e senza il testimonial della Camera dei Deputati.
La giornalista della Nuova Sardegna, Gianna Zazzara, alla risposta di Mura contrappone una domanda che è anche una logica conseguenza: “Scusi ma cosa c’entra tutto questo con l’attività di parlamentare?” Mura sembra come inalberarsi e risponde piccato: “Come cosa c’entra? Io lotto per la tutela dell’ambiente e degli oceani. Le sembra poco? Il movimento sapeva benissimo quale sarebbe il mio ruolo e mi appoggia totalmente in questa battaglia. D’altronde con la maggioranza schiacciante che in cinque stelle hanno alla Camera dei Deputati che io si presente o meno non fa alcuna differenza”. Altre piccole considerazioni. Scopriamo che la candidatura di Andrea Mura è un po’ di facciata. Si sapeva che avrebbe continuato a regatare per salvare il mondo e che, proprio a causa del suo mestiere, non ce l’avrebbe proprio fatta a passare in Parlamento il che, se esplicitato prima al popolo votante, sarebbe eticamente valido ma gli elettori dei cinque stelle – almeno credo – quando hanno scelto Andrea Mura erano completamente all’oscuro che lui avrebbe girato il mondo per conto del Parlamento, attraverso una barca a vela. C’è anche un altro aspetto da evidenziare – e non è di poco conto – che riguarda la rappresentatività dell’elettorato: Io voto una persona e la voto in base ad una serie di considerazioni: sono convinto che quella persona mi rappresenterà e rappresenterà anche il mio modo di vedere le cose e il mondo. Sono uno molto interessato ai problemi ecologici e ho a cuore la salvezza del mondo. Il mio candidato ideale potrebbe essere proprio Andrea Mura al quale chiedo profondo impegno per questa lotta che, ripeto, è anche mia. Ma se il parlamentare da me votato ed eletto non passa in Parlamento perché è impegnato a salvare il mondo regatando con la barca a vela mi chiedo: era necessario votare Mura? Avrebbe sicuramente continuato a lottare per l’eliminazione della plastica negli oceani e non si sarebbe occupato d’altro perché – ed è questo il punto – al deputato non è chiesto di occuparsi esclusivamente di una sola cosa: sarebbe troppo facile e comunque limitativo. Il parlamentare avvocato, medico, notaio, ragioniere, velista, scrittore vota per le quote del latte, l’abolizione di alcune tasse, l’aumento delle pene per certi reati, la cessione dell’Alitalia. Il parlamentare, seppure non è un tuttologo, deve impegnarsi a comprendere il paese che rappresenta nella sua interezza ed è pagato per questo mestiere. Sui soldi – altra battaglia feroce dei primi deputati pentastellati e che adesso appare più tiepida – Mura alla domanda sullo stipendio che ritira senza di fatto presentarsi sul posto di lavoro, risponde: “Si, è vero, ma è probabile (quindi non certissimo, ndr.) che quei soldi finiscano nel fondo microcredito istituito dal M5s. Ci sto pensando. E poi lei non può immaginare quello cui ho dovuto rinunciare per fare il parlamentare. Avrei guadagnato molto di più se avessi continuato a fare sempre e solo il velista”. Mura riflette sulla restituzione, sembra di capire, sull’intera somma a favore del microcredito, cosa nobilissima che però, ad oggi, non ha ancora fatto. Il fatto che avrebbe guadagnato di più facendo il velista fa comunque sorridere visto che, almeno finora, quello sembra essere il mestiere principale del parlamentare frutta circa 5.000 euro lordi per ogni presenza in Parlamento. Mica male. La cosa più sconvolgente è un’altra dichiarazione dell’Onorevole Mura che prova a criticare la morale del popolo: “E’ il solito discorso moralista della gente comune: lo Stato ti paga e tu devi andare in Parlamento”. Ed proprio così , Onorevole Mura e non è un discorso moralista. E’ lo stesso che da anni fanno – e giustamente – soprattutto i suoi colleghi pentastellati: il parlamentare è un mestiere come un altro, si è cittadini al pari di tutti, si è operatori dello Stato e in quanto tali quello che si percepisce a fine mese è il giusto contributo per il lavoro svolto. Non si può, infine, concludere l’intervista con una frase del genere: “Meglio in barca che stare seduto alla Camera e passare il tempo a scattare selfie” degna di pessime frasi contro il Parlamento di antica memoria , frasi che sono contro il popolo e lo Stato Italiano. Mura, proprio chiudendo l’intervista ha dichiarato che in ogni caso farà questa regata e poi si vedrà, potrebbe essere anche l’ultima. Ecco, speriamo, davvero possa essere l’ultima. L’intervista e il comportamento è da cartellino giallo ma sono convinto che Andrea Mura saprà modificare il proprio atteggiamento e lo diversificherà da quegli onorevoli di altri partiti che lo hanno preceduto e per i quali i ragazzi dei cinquestelle hanno combattuto e contribuito a cacciarli dal Parlamento perché assenteisti, poco attenti alle problematiche dei cittadini e interessati solo ed esclusivamente ai propri interessi. Per ora tra Andrea Mura e Ugo Cappellacci ha stravinto il secondo per il suo impegno da Parlamentare. Finita la regata vedremo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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