A non essere un giornalista bravo e famoso che frequenta da ambito ospite ogni televisione si hanno certo degli svantaggi, tra i quali soprattutto quello di non essere un giornalista bravo e famoso che frequenta da ambito ospite ogni televisione. Ma si ha pure il vantaggio di non essere mandati affanculo da D’alema, il quale ha appena dato dello stupido a Damilano dopo che questi lo aveva accusato di avere fatto cadere il governo Prodi e ucciso l’Ulivo. Vedi che fortuna a essere giornalista ignoto. Se io fossi stato al posto di Damilano avrei detto la stessa cosa e mi sarei beccato gli insulti in diretta. Che figura sarebbe stata davanti alla mia famiglia. Immagino mia moglie -Quando babbo torna a casa facciamo finta di niente, poveretto. Diciamo che il televisore era guasto. E conoscendo mie figlie immagino che sarebbero state per mesi chiuse in casa, per non subire i lazzi intrisi di falsa pietà dei conoscenti. Insomma, la mia assenza da quella trasmissione è stata una fortuna. Perché se D’Alema avesse detto a me, come ha detto a Damilano, che a fare cadere il governo Prodi era stato Bertinotti io gli avrei risposto che in tanti anni di cronista di giudiziaria non ho mai visto pistole, fucili, coltelli, mazze ferrate, tirapugni, alabarde, bastoni e crasti vari sul banco degli imputati, ma sempre chi li aveva usati. E poi avrei fatto un sorriso furbo del tipo “e chi vuole intendere intenda”. Immaginate voi quanto mi avrebbe mandato affanculo. Oh, devo dire che pure non essendo un famoso giornalista sono ugualmente riuscito nella mia carriera a farmi insultare da D’Alema, seppure per interposta persona. Accadde nei primi anni Novanta, in occasione di un contraddittorio pubblico su comunismo e sinistra tra lui e il filosofo della politica Virgilio Mura nell’aula magna, affollatissima, dell’Università di Sassari. Nel mio resoconto di cronaca dell’evento risultava che il professor Mura aveva prevalso su D’Alema. Sono certo di non avere usato il termine “asfaltato”, estraneo al mio stile e alla mia educazione da corte imperiale viennese. Comunque pochi giorni dopo questo evento D’Alema diventò segretario del Pds e un dirigente nazionale del partito, con il quale commentavo la giubilazione di Veltroni alla successione di Occhetto, mi confidò un po’ divertito e un po’ costernato -A proposito, sai, Massimo mi ha detto che sul contraddittorio dell’altro giorno a Sassari con Lio Mura tu hai scritto stupidaggini. Immagino che il dirigente non se lo sia inventato e se è vero posso comunque vantarmi di essere uno dei giornalisti insolentiti da D’Alema. Il che non è buccia di ciogga.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design