Sabato mattina, fra una festa e l’altra, con un fresco e pungente venticello che preannuncia fredde gocce di pioggia. La città è semideserta, trovo parcheggio a qualche metro dall’incrocio, sul lato sinistro, devo attendere per qualche decina di minuti, accendo la radio ed ascolto un cd. Dall’altro lato della strada un bar, fa quasi angolo, quattro avventori sfidano il freddo per una sigaretta, li vedo ridere e indicare verso l’altro marciapiede, dove appare una figura scarna e scura, all’inizio penso a uno di quei garzoni dei Circo che distribuiscono biglietti gratuiti, poi noto che si ferma davanti ad un secchio di plastica pieno d’acqua, ne estrae una di quelle spazzole doppio uso, spugna da un lato e tira-acqua dall’altro, sorridente si avvicina alle auto ferme col rosso, umilmente chiede se hanno necessità di una pulita al parabrezza, non insiste di fronte a gesti e parole espliciti, anche offensivi e sprezzanti, ma continua a sorridere, saluta e passa all’auto successiva.
Pare come una catena, ma per tutta la fila le reazioni sono le stesse, un giovinastro pieno di piercing su di una di quelle motozappa travestite da veicolo gli mostra addirittura il ghigno, mentre lo redarguisce dall’avvicinarsi a lui. I quattro davanti al bar osservano ogni scena e ridono, ogni volta che il giovane lavavetri ritorna verso il suo secchio loro lo sfottono: – hai visto? Nemmeno un euro ti fai qua oggi!- – Cambia semaforo cambia, che qua sono diventati tutti poveri!-.
Il giovane continua a sorridere, a fare cenni come per ringraziarli quei quattro cretini che non hanno di meglio da fare. Così come continua a ringraziare e a sorridere ad ogni automobilista che gli nega il permesso di pulirgli il parabrezza. Passa a piedi una anziana signora che, con discrezione, tocca un braccio al giovane per carpirne l’attenzione ed offrirgli una moneta. Lui ringrazia, sorride e saluta. La sua tenacia mi affascina.
A quel punto, scendo dall’auto proprio mentre i quattro “moschettari” riprendono ad offenderlo, mi avvicino a lui e gli chiedo quanto vuole per pulire tutti i vetri della mia auto, gliela indico e gli presento i cinque euro che ho in mano, gli si illumina il viso. I miei vetri non erano tanto sporchi ma, abitando in campagna, nel complesso la mia auto somiglia più ad un mezzo da rallye che ad una utilitaria cittadina. Gli ho dato i soldi e sono andato a fare un po’ di compere, prima di allontanarmi gli ho detto che poteva fare con calma e interrompere quando voleva, se c’erano altri clienti da servire, lui ha annuito e, preso il secchio, si è diretto verso la macchina da lavare.
Ci avrò messo una mezz’oretta a tornare, non appena mi ha visto sbucare dall’angolo, Haider (così si chiama questo lavavetri cingalese di 32 anni che sembra un bambino, innocente ed educato) mi si fa in contro soddisfatto e mi accompagna sino all’auto cercando di spiegarmi qualcosa che non ho capito bene, poi vedo la macchina, tutta lucida come appena uscita dal carrozziere, ci rimango quasi male ma lui non mi da tempo di dire nulla e, in un perfetto esperanto, mi dice che quei cinque euro, per la sua famiglia, valgono dieci volte più di quello che valgono qua per me, che meritavo quello che ha fatto e che di me, lui, non si scorderà mai più.
Mentre lo salutavo, uno dei quattro cretini di prima si avvicina e mi chiede, senza farsi sentire da Haider, quanto mi avesse chiesto per il lavoro. Stavo per dirgli la verità, poi ci ho pensato bene e gli ho detto, sottovoce e con tono ammiccante -15 euro, 10 in meno del mio lavagista!-
Si è fatto lavare la macchina anche lui.
E neanche io dimenticherò mai più la luce, la meraviglia e la contentezza di Haider nel vedersi mettere in mano quei 15 euro da uno che poco prima lo sfotteva. Mai più scorderò la sua grande forza, nell’affrontare sorridendo e ringraziando, anche i lati peggiori delle nostre esistenze.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Jacqueline: il mio primo amore. (di Giampaolo Cassitta)
La strana storia del Dr. Gachet. (di Giampaolo Cassitta)
Temo le balle più dei cannoni (di Cosimo Filigheddu)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Elisa o il duo Mamhood &Blanco? (di Giampaolo Cassitta)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Morto per un infarto Gianni Olandi, storico corrispondente da Alghero della Nuova Sardegna (di Gibi Puggioni)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.708 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design