Io, giuro, la storia dei vaccini non l’ho capita. Nel senso che non essendo medico e neppure troppo attento a queste cose, preferisco non metterci becco e fidarmi di chi la materia la conosce. Una cosa però posso dirla: da piccolo ho contratto il morbillo, la scarlattina, la rosolia e qualche altra cosa di cui non ricordo. Ai miei tempi questi vaccini non erano obbligatori mentre sono stati somministrati ai miei figli i quali, grazie all’immunità, non hanno “passato” nessuna giornata a letto con bolle e puntini vari sparsi in tutto il corpo.Volevo però raccontare un’altra cosa, legata più che ai vaccini, alle malattie che i bambini, alla fine degli anni sessanta si prendevano, nonostante si stesse molto più tempo a giocare per strada assumendo i vari “anticorpi”. Il problema era tenere il conto di queste malattie e se uno apparteneva ad una famiglia numerosa le situazioni potevano diventare pericolosissime. Come per il mio amico Gigi, noto a tutti come Gigi Salame (mangiava esclusivamente panini al salame) sesto di otto figli e con una madre praticamente analfabeta. Il problema in quella famiglia (nella mia eravamo in due e mamma teneva tutto scritto in un’taccuino verde) era ricordare chi dei figli aveva “passato” le varie malattie. Un giorno si diffuse la voce di una nuova ondata di “rosolia” e la maestra ci disse di avvisare i nostri genitori. Mia madre era tranquilla in quanto la rosolia era una pena, per me, già espiata. Gigi Salame per molti giorni, invece, a scuola non venne e non scese neppure a giocare nel campetto di Sant’Agostino, ad Alghero (dove oggi c’è un asilo). Scoprimmo che la madre aveva paura che il ragazzo potesse essere contagiato in quanto non si ricordava più se la rosolia il suo Gigi l’avesse “passata” o meno. Morale della favola: Gigi si sorbì una quarantena a casa, da innocente, non giocò con la nostra squadra di calcio e nonostante continuasse a dire alla madre che lui, la rosolia, l’aveva contratta, quella non gli credette. Chiaro che i vaccini sono una cosa diversa da questo piccolo ricordo, sono una cosa decisamente e maledettamente più seria. Però, per quanto mi riguarda, non ho avuto bisogno di annotare da nessuna parte le malattie infantili contratte dai miei figli: erano vaccinati e non si sono mai ammalati e questa, se permettete, la considero una conquista e non mi piace ritornare indietro, ai tempi di Gigi Salame.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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