Secondo l’Unicef, ogni anno nel mondo muoiono circa un milione e mezzo di bambini a causa della mancanza di un vaccino. In pratica un terzo della mortalità infantile del mondo è causata dall’assenza di un vaccino. Naturalmente un milione e mezzo sono una cifra talmente spaventosa da risultare inconcepibile, per cui queste morti da pertosse, tifo, morbillo, poliomelite, tetano e altri accidenti non riescono a scalfire la sensibilità del muro che la mente umana pone a protezione. Restano un numero. Nel mondo la lotta per la vaccinazione dei bambini è seconda solo a quella per portare acqua e cibo alle popolazioni colpite da guerre e carestie. Una battaglia che le organizzazioni internazionali conducono con ogni mezzo ma che non è facile da combattere. Specialmente in Asia e in Africa raggiungere i bambini vulnerabili a determinati agenti patogeni è particolarmente difficile e costoso. Il prezzo dei vaccini oscilla e, anche se gli aiuti internazionali, compresi quelli italiani, non mancano, tuttavia il costo resta sempre piuttosto alto. I luoghi dove i vaccini scarseggiano sono quelli, in particolare, colpiti da guerre, come l’Afghanistan, la Siria e l’Iraq. Quest’ultimo paese, prima dell’attacco americano ed europeo, aveva un sistema sanitario efficiente, oggi praticamente distrutto. Lo stesso si può dire della Siria. Altre nazioni, come il Pakistan e l’India, devono fare i conti con una popolazione infantile enorme, costituita da centinaia di milioni di bambini. Altri paesi molto popolosi dell’Africa, come la Nigeria, l’Etiopia, lo stesso Sudafrica, scontano una situazione sociale drammatica e non sono in grado di garantire il vaccino a tutti i bambini. Per non parlare di paesi particolarmente poveri e disastrati come il Congo o la Somalia. Periodicamente in Europa si solleva il dibattito sull’utilità dei vaccini e sulle sue controindicazioni. Non solo in Italia. Recentemente, in Germania, la morte di un bambino non vaccinato ha sollevato la discussione sull’obbligatorietà di questa pratica sanitaria. La percezione che le epidemie infettive siano un pericolo ormai superato, da confinare nella memoria dei genitori o dei nonni, ha focalizzato l’attenzione sociale più sulle controindicazioni che sulla profilassi. I sistemi sanitari del mondo occidentale, inoltre, garantiscono assistenza ai bambini malati, facendo perdere la percezione dei costi che le malattie infettive possono far ricadere sul cittadino singolo. Anche il tema della vaccinazione, insomma, sottolinea le enormi disparità esistenti in un pianeta dove una metà soffre di malattie legate alla troppa nutrizione, e l’altra metà di malattie legate alla poca nutrizione. Così si potrebbe dire dei vaccini. Chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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