Il grado di civiltà di un paese, il suo benessere la sua salute si misurano anche attraverso il tasso di mortalità infantile, che indica il numero di decessi entro l’anno per ogni mille bambini nati vivi. Quanto maggiore è il benessere, tanto minore è il tasso di mortalità infantile. In Italia questo indice è un po’ controverso e varia a seconda che il dato sia fornito dalle Nazioni Unite, che ci attribuisce un tasso di mortalità infantile del 6 per mille (riferito al 2012), o dall’Istat, secondo cui negli anni dal 2005 al 2008 il tasso è stato del 3,3 per mille, con variazioni sensibili a seconda delle regioni. Se si osservano le statistiche, appare chiaro che le campagne di prevenzione e di vaccinazione determinano una differenza notevolissima tra i paesi ricchi, dove la pratica delle vaccinazioni è ormai una consuetudine radicata, e i paesi poveri dove le condizioni di vita e l’assenza di prevenzione determinano tassi di mortalità infantile anche superiori alle 120 unità. Si calcola che al mondo almeno 2 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa di malattie “banali” quali morbillo, pertosse o tubercolosi in paesi dove, a causa delle condizioni economiche precarie, non vengono praticate le vaccinazioni corrispondenti che hanno, peraltro, un costo irrisorio. L’Italia, già a partire dalla fine degli anni quaranta ha intrapreso il percorso di adeguamento ai paesi civili, attuando le campagne di vaccinazioni obbligatorie, contro la poliomielite, la difterite, e il tifo, seguita poi da una serie di campagne per tutte le altre malattie che colpiscono i bambini nei primi anni di vita. Il risultato è appunto il calo del tasso di mortalità e del numero di decessi di bambini nei primi cinque anni di vita. In questi ultimi anni, alla campagna per le vaccinazioni, si sta contrapponendo una irresponsabile campagna “contro”, portata avanti da chi, senza alcun fondamento scientifico, associa le vaccinazioni ad autismo o a malattie autoimmuni, sostenendo la medicina “alternativa” e i rimedi cosiddetti naturali. Purtroppo queste campagne hanno condizionato in questi ultimi anni un sempre maggior numero di genitori che rifiutano, per i loro figli, vaccinazioni che si sono dimostrate prive di ogni effetto collaterale dannoso. Assistiamo così ad un pericoloso calo delle vaccinazioni e parallelamente ad un maggior numero di decessi di bambini non sottoposti a vaccinazione per malattie come la pertosse che si erano praticamente estinte. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2014 le coperture vaccinali dei bambini fino a 24 mesi (i nati dal 2012 in poi), contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B e pertosse, nel 2013 superavano di poco il 95%, che rappresenta il valore minimo previsto dall’obiettivo del Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv), mentre nel 2014 sono scesi al di sotto di quella soglia. In maniera sensibile e allarmante è calata la copertura relativa alla vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia, che dal 2013 ha subito un calo di ben 4 punti percentuali, passando dal 90,3% all’86,6%. Come si colloca la Sardegna all’interno di questo quadro reso noto dal Ministero della salute? La Sardegna non c’è! Siamo l’unica regione esclusa dalla mappatura dell’Istituto superiore di Sanità, non per una dimenticanza, come è avvenuto per la vicenda Alitalia, per la quale ci siamo scandalizzati e infuriati a buon diritto, ma perché la nostra regione non ha fornito i dati relativi alle vaccinazioni effettuate nel 2014. «Abbiamo trovato un sistema obsoleto», ha affermato l’assessore Arru, spiegando che si sta già provvedendo al suo adeguamento attraverso l’assegnazione di 200 mila € all’ASL di Sassari per «la definizione di un software specifico, che sarà presto a disposizione». Ancora una volta “sa Sardigna no’ est Italia”, e la colpa è tutta nostra!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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