Tempo di vacanze. La gente va dappertutto, al mare, in montagna, in crociera. Io, lo confesso, non sono mai riuscito a far altro tipo di vacanze se non… già, come definirle… interi, lunghi, massacranti tour per le città d’arte, vacanze goethiane con relativa sindrome stendhaliana. Sarà per la laurea in storia dell’arte, sarà per la possibilità di uscire così almeno una volta all’anno dalla nostra castrante isoletta, fatto sta che anche quest’anno, prendo (si fa per dire) moglie e figli e parto per Roma. Perché per Roma, direte voi? Beh, un po’ ve l’ho già detto e poi perché i miei due figli l’anno prossimo a scuola studieranno la storia romana, uno alle elementari e l’altro al liceo. Ecco, intanto, prima di intraprendere un viaggio così non bisogna mai farsi calcoli di questo tipo, e poi, proprio Roma, bisogna dirlo, non è una città per bambini. il solo fatto che si trovi una chiesa ad ogni angolo, impossibile da non visitare (se ne contano mille nella città del Papa), fa sì che i bambini già dopo poche ore entrino in crisi da astinenza da parco, giochi e McDonalds compresi. Comunque, partiamo a luglio, perché ad agosto ci sono delle convocazioni di lavoro, e scopriamo subito che anche questa non è una differenza da poco: entrambi i mesi sono caldi, ma a luglio, a Roma, in questo preciso momento storico, c’è il più grosso scontro politico-sindacale-demagogico tra un sindaco e i dipendenti delle sue amministrate (peraltro assunti dal suo predecessore). Così, dal primo giorno, dobbiamo toccare con mano la marea umana di turisti pressata all’interno di vagoni stracolmi a causa dello sciopero bianco dei macchinisti, e al secondo giorno addirittura una manifestazione che taglia in due la città, portando il tempo d’attesa degli autobus a un’ora. il terzo giorno, poi, in un crescendo più da Creazione michelangiolesca che rossiniano, ci tocca anche il borseggio da parte di un gruppo di minorenni che usano l’autobus unicamente per guadagnarsi la giornata. A questo punto non ci perdiamo d’animo, perché di una città bisogna prendere anche i lati nascosti del suo fascino, e così, dovendo raddrizzare la nostra mini vacanza, non abbiamo dubbi, e il quarto giorno corriamo al Colosseo che, diciamocelo, è una sicurezza, anche perché ormai risparmiato dagli ambulanti e dai falsi gladiatori e ripulito fino a tornare bianco come duemila anni fa. il quinto ci stringiamo, al Campidoglio, attorno al sindaco Marino, perché a dispetto di mafie e corporazioni fasciste, nei trasporti e nelle pulizie sta dignitosamente continuando a lavorare, facendo intravedere anche insospettabili prospettive di risoluzione di problemi ereditati interamente dai suoi predecessori, e gli ultimi due li dedichiamo a due persone molto diverse tra loro, Papa Francesco e Sandro Bonvissuto, una presenza di speranza la prima, di cui si avverte dappertutto il fascino, anche sui muri della metro e nelle botteghe di souvenir, e un geniale scrittore il secondo, che riesce sempre a rimanere umano come pochi, più di tanti altri presunti scrittori che si costruiscono invece altrettanti monumenti all’incomunicabilità in vita. Il tutto condito da bucatini all’amatriciana, carciofi alla giudìa e baccalà fritto; ma non è finita: Roma è appena alle nostre spalle e già a Fiumicino scoppia il finimondo, e così noi abbiamo ancora il tempo di provare nostalgia per questa città così capricciosa e imprevedibile. Buone vacanze romani a tutti (e non solo)..
Vincenzo Soddu
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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