Lo Zodiaco lo spiegherebbe pure, fra il mio segno e il mio ascendente, il perché di tanta mia testardaggine sul continuare a considerare “focali” determinati e precisi punti della nostra storia, del nostro recente e remoto passato di Repubblica.
Boe della Storia che gli italiani hanno doppiato senza quasi accorgersene, mentre c’era chi disegnava loro il percorso e sapeva esattamente dove voleva si andasse a finire.
La prima boa, posta abbondantemente al largo della Legalità, ben oltre le acque territoriali della Decenza e della Morale, fu la boa che, per praticità, chiameremo “Tangentopoli “. Una boa grossa, vistosa e piena di vergogne alla quale arrivarono insieme la Magistratura e la Pubblica opinione, col vento di poppa e le vele spiegate ad una velocità davvero notevole, stessi erano gli intenti stessa era l’indignazione di quella regata, che chiameremo “Mani Pulite 1992”. Si vedeva chiaramente, quale fosse la reazione, quanto fossero ben cazzate e tese quelle vele nel giungere a quella virata, il cittadino mostrava la sua indignazione e il suo rimprovero lanciando monetine sul personaggio simbolo, gli inquirenti erano, per la maggior parte degli italiani, dei veri e propri Eroi Nazionali. Nomi come Antonio Di Pietro o Gerardo Colombo, ben distinti dai vari Chiesa, Poggiolini o Cusani, entravano nelle case spinti da quel vento.
Poi ci fu la boa. il “Salamone”. E, come ben sappiamo, ad ogni boa si cambia bordo.
Dopo il lato di Poppa, arrivò il lato di Bolina, il vento in faccia rallentava l’andatura ed il cammino si allungava, cominciava a dilatarsi l’interesse mentre le onde impazzavano, i frangenti insistevano nel cercare di demolire quelle certezze, quella apprezzabile Moralità diffusa, che cominciarono a defluire, insieme all’acqua, fuoribordo, in mare. Tutto rallentò, persino i pensieri, sino quasi a fermarsi. Cambiò il vento. Da Eroi, quei magistrati cominciarono a diventare bersaglio, i politici corrotti da complici colpevoli quasi a vittime. La forma Bipolare della nostra Moralità si manifestò tutta, stavamo imparando ad essere un po’ guardie e un po’ ladri insieme, poi ci assestammo sulla seconda opzione, ma continuammo a puntare l’indice sugli “altri”.
Smettemmo di lanciare monetine, ma non di indirizzarle verso il malaffare, anzi, cominciammo proprio allora a fare ricco proprio chi, in quella battagliatissima regata, era l’avversario di tutti, tanto dei cittadini quanto della Legge. Presi per la pancia e agitati per bene, gli italiani si ritrovarono ad adorare non più le colonne portanti della Democrazia e del Diritto, ma l’esatto contrario di entrambi. Rincoglioniti da Libertà tinte d’azzurro talmente bene da risultare irriconoscibili, da slogan calcistici e dallo sdoganamento degli istinti più bassi via “imbuto catodico”, attraverso il quale cominciarono a ritrovarsi in casa di tutto, dalle tonnellate di “silicone Mammario&Labiale” agli Sgarbi più scurrili, dai telegiornali più indecenti ai presentatori più collusi e lecchini di sempre. Pensando che agire in quel modo, abboccare all’amo della corruttibilità, dell’abusivismo, della ignorante cafoneria sociale e dell’evasione fiscale, fosse realmente “Libertà” e non “Sopruso ed Abuso”. Qualcosa che chiamavamo “crescita” mentre era solo una selvaggia e devastante espansione che avremmo pagato (e stiamo pagando) in termini di costi e vite umane. Ed ecco che, passata la boa, quel cambiamento diventò virale. Oggi non è più l’abuso (26.000 all’anno riscontrati, più il resto ancora da scoprire) ad infastidire l’onestà degli italiani, no, oggi sono le ruspe che dovrebbero abbatterli, gli scempi, ad essere invise al cittadino. Non sono più il ladro, l’evasore, il corrotto e il corruttore ma chi ne scopre le trasse, ad essere visto come delinquente, che non lascia rubare in pace il “poveraccio“, mentre “lassù rubano tutti“. Non sono più i delinquenti a rischiare, ma i Magistrati più onesti e fattivi.
Ma ormeggiamo il natante per un attimo, dimentichiamoci gli ingaggi e le strambate, perché non c’è nessuna regata e nessun giro di boa, nessuna apprezzabile variazione di andatura.
Già. Se dovessimo tracciare la nostra rotta/Paese, il cammino percorso, sulla carta ci ritroveremo una traccia a spirale che si allarga sempre più perché qualcuno sposta le boe sempre più al largo, sempre più alla deriva, dandoci l’impressione di avanzare mentre giriamo sempre in tondo, stritolati su di uno scafo che non riesce più a contenerci tutti, tant’è che, come zavorre inutili, ne stiamo gettando a mare tanti, troppi.
Eppure, momenti di crisi come questa potrebbero servire davvero, essere davvero postivi, se solo imparassimo ad essere meno bipolari, meno avidi e meno pretenziosi. Se sapremo dividerci tanto il cibo quanto i doveri. Se imparassimo a comprendere che ancora esistono Valori e Sentimenti che valgono molto più del vil denaro e che ci servono per vivere molto più delle credit cards. Che molto meglio di queste potrebbero farci stare, se solo sapessimo nutrire più la nostra Coscenza dei nostri forzieri, la nostra Anima più dei nostri serbatoi, la nostra necessità di Cultura più che di ormoni erranti. Le colpe poi, in fondo, non sono mai “tutte degli altri” quando, ognuno di noi, una barra di timone fra le mani ce l’ha.
E in Mare aperto, sono aperte sempre tutte le direzioni, tutte le scelte ancora “possibili”, è col Tempo che dobbiamo fare i calcoli, perché di quello, oggi, pare non ce ne resti ancora più tanto, di risorse anche meno.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design