Un magistrato rappresenta lo Stato, è chiamato a difenderne le leggi e ha l’obbligo di agire quando ritiene possano essere state violate. Ma un magistrato è un uomo, non un automa privo di emozioni e sentimenti. il 9 luglio scorso, a Santa Margherita di Pula, Letizia è morta mentre faceva il bagno con papà Andrea, risucchiata dalle eliche della barca da cui si erano tuffati. Andrea ha due anni più di me, Letizia ne aveva due meno di mio figlio. Andrea ha visto la propria bambina morire sotto i suoi occhi. La morte bastarda che piomba all’improvviso, mentre una famiglia si gode la vita, quando meno la si aspetterebbe. Ieri i giornali hanno dato la notizia che Andrea è iscritto nel registro degli indagati. Potrebbe essere, in qualche modo, responsabile della tragedia. Il dottor Pili svolge il suo lavoro di magistrato e non può far finta di nulla, se un’indagine si arricchisce di nuovi elementi. Ma un magistrato è anche un uomo. E un uomo sa non ci può essere dolore più grande, per un essere umano, di quello provocato dalla morte di un proprio figlio. Dolore e senso di colpa, dal quale un genitore non può che essere assalito quando la fine avviene sotto i suoi occhi. Nessuna pena potrà mai lontanamente essere accostata al dolore di un padre che vede morire la propria figlia. Nessuna sentenza riporterà in vita Letizia. Io credo che ad Andrea questa ulteriore umiliazione potesse essere risparmiata. Perché, anche se non ci piace ammetterlo, si può morire anche per fatalità, per destino. Non sempre si può mettere spalle al muro un responsabile. Tanto meno se si vuole vedere il responsabile in un padre che ha assistito alla morte della propria figlia, senza poter fare nulla.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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