Elena ha scelto la dignità ed è dovuta andare fino a Basilea, accompagnata da Marco Cappato, per morire attraverso il suicidio assistito. “Mi sono trovata davanti d un bivio. Una strada più lunga che mi avrebbe portato all’inferno, un più breve che poteva portarmi qui in Svizzera, a Basilea:ho scelto la seconda”. Elena era affetta da un gravissimo tumore (microcitoma polmonare) e il suo destino era segnato. Non tanto però. In Italia il suicidio assistito non è ancora legale e la sentenza della Corte Costituzionale del 2019 lo depenalizza, a patto però (ecco il famoso però tutto italiano) se sussistono determinate condizioni: la libera scelta del paziente, la malattia irreversibile, (come in questo caso) l’essere dipendente da sostegni vitali e il patire sofferenze insopportabili. Elena non era ancora dipendente da macchine e cominciava a soffrire gli effetti di una malattia devastante non ritenuti, dalle leggi, ancora insopportabili. Per lo stato italiano questo non dunque sufficiente, nonostante ci sia la volontà della persona a compiere il delicato e terribile gesto. Vi chiederete: ma tutto questo cosa c’entra con le elezioni? C’entra eccome. Però (ed ecco ancora il nostro però) nessun politico ne parla e a nessun cittadino interessa più di tanto l’argomento. C’è ben altro da trattare e il problema di Elena non è il mio problema. Certo, così come non è un mio problema la fila al pronto soccorso, la mancanza di medici nei paesi dell’ entroterra sardo, le prenotazioni per una visita medica rimandate di mesi. Neppure di questo parlano i politici. Forse, se avessi parlato del diritto di tribuna per Luigi Di Maio e ci avrei scherzato sopra molti sarebbero più appagati. Elena non è una notizia. Tenetelo a mente quando andrete a votare. Molti di noi non sono notizia in questa fase populistica imperante. Altro che uno vale uno, da queste parti vale niente. Questa è la situazione.E non mi sembra affatto bellissima.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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