Potevano essere considerati rischi calcolati quelli corsi nel 1492 dal navigatore Cristoforo Colombo? Sapeva esattamente quali pericoli avrebbe affrontato quando partì sfidando le Colonne d’Ercole, lasciandosi inghiottire dall’ignoto di un Oceano di cui non si conosceva la fine, mettendo a repentaglio la vita di decine di uomini di equipaggio, senza la certezza di arrivare né tantomeno quella di tornare, per dimostrare non si capiva bene che cosa? Senza affidarsi a nessun tour operator, senza avere persona di fiducia nella destinazione che forse avrebbe raggiunto. Quanti, tra coloro che conoscevano l’impresa in programma, lo avranno considerato a ragion veduta un pazzo? Oggi è uno dei nomi più importanti della storia dell’umanità, assieme a tanti altri temerari esploratori. E Ambrogio Fogar? E Andrea Mura? Sapevano e sanno esattamente cosa li aspetta, quando la loro vela prende il largo? E quando un viaggiatore scompare, lo si abbandona al suo destino spiegando che in fondo se l’è cercata?
E gli alpinisti che hanno conquistato le più alte vette del mondo? Avevano il controllo assoluto dei rischi che avrebbero corso? Era un incosciente il Reinhold Messner che nel 1970 decise di scalare il Nanga Parbat e vide morire il fratello durante la spedizione? E Walter Bonatti, quando passò all’aperto quella notte sulla vetta dell’Himalaya, nel 1954?
Quanto possono essere padroni del pericolo i medici di Emergency inviati nei luoghi di guerra, quanto possono esserlo quelli che hanno deciso di combattere l’Ebola nell’Africa Nera?
Tralasciando becere campagne di denigrazione alimentate anche da alti esponenti delle istituzioni, oggi si sbeffeggiano Greta e Vanessa per la loro avventatezza, per la loro superficialità, per la loro improvvisazione. Forse è vero. Ma è anche vero che tra i sequestrati nei paesi islamici, in questi anni, figurano giornalisti e volontari che avevano pianificato alla perfezione le loro missioni, parlavano l’arabo e aveva persone di fiducia in loco. Non è servito a nulla, non ha impedito loro di finire in ostaggio. Trovate le loro testimonianze sui giornali.
In certe aree del mondo, se ci accetta di documentare o aiutare, il rischio è una componente incontrollabile. Come lo era per gli esploratori di un tempo.
Non esistono imprese senza rischi. Ma io non credo che a Greta e Vanessa si rimproveri il pericolo corso. Io credo che i volontari che si giocano la pelle siano un esempio inaccettabile per i sostenitori di un modello di società blindata dentro casa, passiva, dove la scoperta e la mano protesa sono diventate una perdita di tempo e denaro, nella quale ogni sussulto di passione va osteggiato se non sospinge verso l’alto il Pil. Statevene a casa e non rompete il cazzo! Ma non è solo questo. Dieci anni fa venne sequestrato e poi ucciso in Iraq il reporter Enzo Baldoni. il quotidiano Libero titolo così: “Vacanze intelligenti”. Si sbeffeggiava un giornalista finito nelle mani dei rapitori, cui non poteva essere imputato alcun riscatto da estorcere alle tasche dei contribuenti e neppure di avere fatto sesso coi guerriglieri. E allora? Quel titolo di giornale mi fa ritenere che stia accadendo altro. Io temo che quel mare di xenofobia che ci sta travolgendo tutti non si manifesti più soltanto con la pretesa di chiudere le nostre frontiere dall’interno, ma anche con l’avversione per chi le frontiere le varca in uscita, per raggiungere i luoghi della disperazione. Queste genti vanno abbandonate a loro stesse e nessuno si azzardi a spendere un tempo della propria vita per loro: questo chiede una parte dell’Italia. Non solo vuole una vita senza rischi per sé, ma vuole imporla anche agli altri.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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