Il 24 dicembre del 1914 accadde qualcosa di incredibile. Meglio, di normale. Normalissimo. C’era la guerra, quella che sarà ribattezzata come prima guerra mondiale e, ad un certo punto, alcuni membri delle truppe tedesche e britanniche, schierate su fronti opposti, decisero di scambiarsi gli auguri dalle rispettive trincee, portando anche dei doni ai solati schierati dall’altra parte della trincea. Per uno scrittore questo sarebbe un incipit bellissimo, dove le pagine riuscirebbero a fluire, a raccontare di come sia inutile, sporca e lurida una guerra. Quella tregua non fu un evento organizzato, decisero all’unisono e guardandosi negli occhi che quello era il momento giusto per ritornare ad essere uomini. Nessun regista, nessun scrittore, nessun poeta, potrebbe immaginare una cosa così bella, così pura, così alta, così infinita. Quella tregua, quegli abbracci ci riportano a considerare che gli uomini, quando vogliono, sanno essere cattivi e perfidi e, nello stesso tempo riescono ad essere dolcissimi. Non voglio, proprio alla vigilia di Natale, fare il polpettone sulle atrocità di una guerra, sulle questioni geopolitiche legate al voler distruggere una nazione. Voglio solo ricordare – la vigilia di Natale – che quegli uomini hanno scritto forse la pagina più bella della storia, della Bibbia, dei Vangeli. Hanno, in maniera dolcissima, provato a raccontare la parabola della vita, la bellezza del rispetto. Loro, con i loro fucili, con una rabbia strana e desueta hanno voluto dire al mondo che quella guerra non era la loro guerra e gli uomini avevano solo una missione: quella di comprendere. E’ stata la più grande lezione che ho potuto comprendere. E quella tregua è la mia ragione di esistere.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design