Faccio coming out. Vi confesso che può essere terribile ammettere qualcosa che può modificare il proprio futuro. Vi dirò che questa mia ammissione avviene dopo una serie di riflessioni intense sul concetto di importanza delle cose terrene. Ebbene, tenetevi forte: da ragazzo leggevo i fotoromanzi Lancio. Ecco, l’ho detto, mi sono liberato di un peso che covava nell’inconscio da troppi anni. Si, li ho letti perché una mia zia (solo dieci anni più grande dime) li acquistava e quando andavo a visitare mia nonna quei fotoromanzi erano davanti a me, uno sull’altro. Prima in bianco e nero e con il tempo, a colori. Ne avrò letti centinaia, tanto che conoscevo benissimo gli attori, le loro facce, i loro falsi movimenti, i loro falsi baci e conoscevo le storie. Dei maschietti mi era molto simpatico Franco Dani, Franco Gasparri era troppo belloccio, fuori dalla mia portata, (anche se per un periodo ho pensato di portare i capelli gonfi e cotonati come i suoi) mentre era molto fascinoso Jean Mary Carletto. Delle donne ho apprezzato Michela Roca (anche se troppo femme fatale) la diva Claudia Rivelli (sorella di Ornella Muti) Adriana Rame, Simona Pelei, ma soprattutto la mitica e inarrivabile Katiuscia. Quando era lei la protagonista ero molto contento. Katiuscia (peraltro appena diciottenne quando cominciò) era quella che non aveva troppe chances davanti alle bellocce come Marina Coffa ma era simpatica, dirompente, casinista, gioiosa. Era la fidanzata ideale e alla fine con lei l’amore trionfava e stravinceva contro tutti e contro tutte. Così anche io m’innamorai di lei, dentro i miei 16 anni tutto pulsioni e futuro da inventare, tra De André e Pasolini, tra Luciano Francioli e Katiuscia. I fotoromanzi sono stati una parentesi curiosa della mia vita. Li ho amati quel tanto che bastava per apprezzare le piccole cose, le storie di provincia, i melodrammi; ho apprezzato quella curiosa miscela di scemenze, amori sulla carta e musiche mielose. Poi, di colpo, mia zia si sposò, i fotoromanzi sparirono con lei dalla casa di mia nonna e persi completamente le tracce di tutto quello strano mondo. Oggi mi rendo conto che Katiuscia (al secolo Caterina Piretti) compie 65 anni. So che non ha attraversato binari semplici durante la sua vita, ma so che è stata mia compagna di sogni per quasi due anni. Mica poco. Auguri Katiuscia e, ammettetelo per favore: anche voi avete letto i fotoromanzi Lancio e vi son serviti per crescere con più curiosità e fantasia. Sono stati una piccola parentesi tra la tenerezza e l’immaginazione. E male non fa.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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