La farsa è un linguaggio universale. Certo bisogna conoscerne il lessico e la grammatica, che tradotto in “teatrese” significa che bisogna essere padroni di meccanismi che ti permettono anche di portare Napoli o Parigi nel centro storico di Sassari. “Audace colpo al Banco di Sardegna”, tratta da un’opera di Arthur Hennequin (vero e proprio vaudeville made in France), è uno dei cavalli di battaglia della Compagnia Teatro Sassari, che sabato lo presenterà alle ore 21,30 in via Rockefeller, con la regia del grande e indimenticabile Giampiero Cubeddu, per il terzo appuntamento di “Farsa sotto le stelle”. E’ una storia di quelle da ridere anche se ambientate nella miseria più nera (e come non pensare a Peppino De Filippo?), dove si aggirano inventori svitati, vedove ancora più matte, gatti che spariscono e la cosa preoccupa perché costituiscono un importante fonte di alimentazione del vicinato e altri personaggi da vaudeville in salsa turritana. Sino al disperato e comicissimo tentativo del colpo nella banca più nota dalle nostre parti. Ne sono interpreti Mario Lubino, Alessandra Spiga, Teresa Soro, Antonietta Toschi Pilo, Michelangelo Ghisu, Ignazio Chessa, Gianni Sini e Paolo Colorito. Scenografia Giovanni Lubino; luci e fonica Marcello Cubeddu. Patrocinio Comune di Sassari, Regione Sarda e Fondazione Banco di Sardegna. L’ingresso è libero. E a proposito di farsa, domenica scorsa, in piazza Santa Caterina, “Gavino Occhioni, noto ceggu a balla” ha segnato un altro trionfo della Compagnia Teatro Sassari. La bellissima trasposizione dal grande Pulcinella Antonio Petito, realizzata alcuni anni fa da Giampiero Cubeddu (sua la regia) e da Mario Lubino, ha trascinato in risate e applausi un pubblico festante che ha addirittura atteso la compagnia mentre si sbaraccava la scena dalla piazza per ringraziare gli attori della travolgente serata e invitarli chi in casa chi nei bar ancora aperti. Apparirà come una sciocchezza e certo la critica teatrale non si fa in questi termini, ma offre un’idea del coinvolgimento tutto particolare, tutto di popolo, simile per certi aspetti a quello provocato dalla sceneggiata napoletana, suscitato da queste operazioni della Compagnia Teatro Sassari. In “Gavino Occhioni” Mario Lubino e Teresa Soro sono stati il fulcro sempre presente al centro della scena che ha fatto da leva a una fantasmagoria di personaggi e situazioni magistralmente guidati in un effetto comico impareggiabile: le macchine teatrali di Petito sono state messe in funzione con lingua e contesto diversi e con impareggiabile abilità. Bravissimi Alessandra Spiga, Ignazio Chessa, Antonietta Toschi Pilo, Alessandro Gazale, Michelangelo Ghisu, Pasquale Poddighe, Paolo Colorito, Margherita Nurra, Lucia Dore e Gianni Sini.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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