Una delle scene cult del film “il secondo tragico Fantozzi”, del 1976, diretto da Luciano Salce, è quando il nostro anti eroe si alza e dopo la noiosissima proiezione del film russo urla davanti ai suoi colleghi: “La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca”. Tutti, come una liberazione, applaudono fragorosamente. Sono passati esattamente 96 anni dalla prima proiezione del film, presentato il 21 dicembre 1925 al teatro Bol’šoj. Il film è considerato un capolavoro assoluto, degno di quattro stelle da parte di Paolo Mereghetti. Tutti, ovviamente, si ricordano le scene cruciali della scalinata di Odessa dove ad un certo punto in quella scalinata comincia a scendere, da sola, una carrozzina. E’ un momento terribile, unico. Si parla di sconfitta, rivoluzione, impegno, forza d’animo. Eppure quel film che mi costrinsero a vedere in uno di quei cineforum alla fina degli anni settanta, quelli con il dibattito dopo il film è, anche per me, una boiata pazzesca. Ecco, l’ho detto e lo ripeto: avevo forse diciassette anni, volevo diventare un cantante, un reporter, anche un regista, ma quel film è e rimane un qualcosa di altamente palloso e ampolloso. Non è il solo. Ricordo anche “fragole e sangue”, “il grande Gatsby” e un po’ palloso era “il giardino dei Finzi Contini”. Alcuni titoli li ho rivalutati “da grande” ma, la corazzata proprio no. Non fa per me. Poi, a quell’età avevamo tutti la voglia di fare la rivoluzione, di gettarci a raccogliere quella carrozzella, salvare la madre, il bambino, stare dalla parte dei marinai della corazzata, credere nel sol dell’avvenire. Tutto giusto. Ma gli occhi di Margherita erano cosa altra. Credetemi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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