A Palermo, il 30 aprile del 1982, alle 9.30 del mattino, Pio La Torre – Segretario regionale del PCI siciliano – e il suo autista vengono trucidati da uomini di mafia.
Pio La Torre era un grandissimo uomo. Uno di quei monumenti alla sensibilità delle cose e all’intelligenza che lasciano il segno, e lo lasciano per decenni. Aveva visto giusto e lontano quando, in lotta contro la mafia, comprese il vero punto debole di questa come di tante organizzazioni similari: “i piccioli”, i soldi. Attaccare e requisire le risorse economico-finanziarie, i beni immobili e tutto ciò che di valore ha il segno del sangue, è stata una delle sue più lungimiranti idee.
La cosiddetta legge “La Torre-Rognoni” è appunto risultato del lavoro parlamentare, fortemente segnatoo dal suo omicidio e da quello del Prefetto di Palermo, il Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, avvenuto 5 mesi dopo. Le proposte alla base di quella legge erano state partorite da La Torre: Reato di Associazione di tipo mafioso e obbligo nei confronti del condannato di confisca delle “cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego”.
Un’arma fondamentale per il contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso: tecnicamente, l’articolo l’art.416bis del Codice Penale.
Lo Stato ci mise quasi 10 anni per capire che quei beni sequestrati potevano avere altra fine che l’abbandono ed essere destinati ad attività specifiche, come quelle sociali e di pubblica utilità. Solo nel 1989 fu promulgata la legge n. 282 (Disposizioni urgenti per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati).
Sul tema, prima (molto prima), ci avevano lavorato Don Ciotti e Libera. Lo Stato ci mise altri 10 anni per strutturare organicità di intervento e creare l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nata appunto solo nel 2010.
Lento, lo Stato è lento all’azione e alla reazione. Secondo una stima fatta dalla Direzione Investigativa Antimafia, tra il 1992 e il 2006 sarebbero stati sequestrati ai boss beni per un valore di oltre 4 miliardi di euro. Stando all’ultimo rapporto SOS Impresa, pubblicato nel gennaio del 2010, il fatturato complessivo delle mafie nostrane sfiora i 135 miliardi di euro all’anno (ALL’ANNO).
Sta in questa triste distanza di numeri, purtroppo, il valore di un’azione di contrasto. Sta nell’idea di quel tipo di contrasto, il valore di La Torre. Un uomo immenso.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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