Rimango dell’idea che questo sia e resterà a lungo un Paese fascista. Non perché la Meloni sia in rapida ascesa di consensi – quella è semmai una conseguenza – ma perché è antropologicamente schifato dalla democrazia.Perché ne detesta le lungaggini, i riti, le cerimonie, le facce, i negoziati, i compromessi, l’avvitarsi delle sue sequenze verso il nulla, reale o apparente.Non ci piacciono la discussione, il confronto, le guerre di posizione.Nel suo pezzo di oggi, Cosimo Filigheddu evocava un certo fascino emanato dai picchiatori di destra e al quale non erano insensibili neppure a sinistra.Io parlo di una sfumatura diversa di questo concetto.A noi piacciono le cose semplici, le soluzioni immediate. Noi vogliamo che tutto si risolva in fretta e senza troppe chiacchiere, inutile perdere tempo con le parole.Ci piace l’uomo forte che decida subito e senza farsi troppi scrupoli, tecnico o tiranno va bene uguale.E io li capisco i cassintegrati, i disoccupati, i lavoratori stagionali, i malati in una corsia d’ospedale, capisco la loro ansia nell’attendere decisioni rapide e efficaci.E capisco pure che non sia facile accettare che un signore con un peso parlamentare modesto possa essere così rilevante per le sorti di una legislatura, così come comprendo che forse non era questo il momento adatto per approfittare dei tanti spiragli offerti dalla nostra democrazia.Ma è democrazia, è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato. Come disse uno prima di me, la democrazia è piena di difetti ma non hanno sinora inventato un sistema migliore.A noi, invece, ogni altro sistema appare migliore.Siamo fascisti perché i momenti di riflessione ci sembrano sempre e soltanto indecisione, dubbio, debolezza.Stiamo andando nella giusta direzione? Chissenefrega, intanto metti in moto e da qualche parte finiremo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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