Ci ho pensato in questi giorni caldi di agosto al gioco sul battere le mani a chi si presenta con la verità in tasca; ho pensato alla deriva che questo paese ha imbracciato tra imbonitori e falsi profeti e mi chiedevo: ma noi abbiamo, per caso, una responsabilità? Ci ho pensato rileggendo sia “Qui brigate rosse” di Vincenzo Tessandori ma, soprattutto “scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini. Mi sono ricordato di un comizio – penso fosse il 1977 – di Giorgio Almirante ad Alghero. Nei giorni precedenti c’era chi voleva organizzare una contro manifestazione e comunque voleva assolutamente impedire ad Almirante di poter parlare. “E’ un fascista”, dicevano “e i fascisti non possono parlare”. Si partiva dal presupposto che i discorsi di Almirante fossero demagogici e falsi. A prescindere. Secondo me ci si comportava comunque da fascisti ma non potevo parlare, sarei stato tacciato di fascista anche io. A quei tempi leggevo moltissime cose. Mi aveva colpito un articolo di Pier Paolo Pasolini sui capelloni. Ora, io portavo a quei tempi i capelli lunghi, ma non ero propriamente un capellone. Il problema è che non era assolutamente vero che tutti, a sinistra, portassero i capelli lunghi o tutti, a destra, fossero delle teste rasate. Avevo un amico dichiaratamente di destra, capellone. Suonava benissimo la chitarra e voleva diventare commissario di Polizia (non lo diventò, ma questa è un’altra storia). Leggendo Pasolini mi resi conto che una sottocultura di destra poteva benissimo essere confusa con una sottocultura di sinistra. Perché da altre parti, in altri mondi (in Persia, per esempio, nel 1972) i capelli lunghi li portavano gli impiegati di banca, “figli di gente arricchita che lavora nelle società petrolifere. Dicevano: noi siamo borghesi: ed ecco qui i nostri capelli lunghi che testimoniano la nostra modernità internazionale dei privilegiati”. Questo scriveva Pasolini di cose da lui viste nel 1972. Tornando ad Almirante: ci furono molti ragazzotti che gli urlarono contro durante il suo comizio in piazza Porta Terra, ad Alghero. Io rimasi lontano, alla periferia estrema di ciò che stava accadendo. In quella folla che osannava Almirante vidi però molti ragazzi con i capelli lunghi convinti della bontà del “fascista” Almirante. Certo, passarono anche Berlinguer, Mario Capanna, Lucio Magri e li ascoltai con attenzione. Ci furono molti ragazzotti dell’estrema destra che urlarono contro durante i loro comizi. E avevano, molti di loro, i capelli lunghi come quelli che ascoltavano “i comunisti”. Oggi non ci sono più le ideologie e non ci sono i comizi. Nessuno si costruisce il proprio punto di vista attraverso le letture e nessuno più passa le serate in biblioteca per fare le famose “ricerche”. Oggi c’è internet, c’è Wikipedia, c’è Facebook che ci informa e ci inforna una serie enorme di notizie. Oggi non c’è nessuna differenza tra chi porta i capelli lunghi o corti, per chi viaggia con una certa auto, per chi veste in un certo modo. Sono tramontate le ideologie e il mondo si è come uniformato al pensiero unico e globale. C’è quello (o, se preferite “quelo”) che a furia di dire “quello è verde” molte persone ci credono. Nessuno si informa, nessuno va a verificare. Lo ha detto lui, il nostro capo ed è quindi vero. Non possiamo provare, neppure per un attimo mettere in discussione le parole di chi è considerato il santone di turno. Come chi voleva avere ragione per forza: scrivendo comunicati farneticanti, urlando contro tutto e tutti nei comizi, accusando l’avversario di fascismo e comportandosi da perfetto fascista. E’ proprio vero: le regole sono amate da tutti, ma devono essere rispettate solo dagli avversari. Mai provare a criticare qualcuno: sarete tacciati di comunisti, fascisti, grillini, disfattisti, leghisti pdioti. Un po’ come il discorso dei capelli di pasoliniana memoria: vuoi vedere che la sottocultura di destra può essere benissimo confusa con la sottocultura di sinistra? Quando si finirà di essere tutti figli del pensiero unico? per comprendere meglio: chi urlava contro Almirante nel 1977, poi si iscrisse a Forza Italia e chi odiava Lucio Magri e Berlinguer è confluito nel Pd. Vuoi vedere che Moro con le convergenze parallele ci aveva azzeccato? E, sotto sotto, anche Pasolini? Vuoi vedere che ha vinto “Quelo?”
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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