Il prode Zingaretti entrò allo stadio per allenare Giuseppe Conte e alla fine del primo tempo lo aveva già sostituito con il più rassicurante Draghi. Dalla fantasia al potere al pragmatismo duro e puro. Avrà fatto la scelta giusta? Chissà. Certo che coloro i quali erano abituati a difficili e lunghi incontri in via delle Botteghe oscure storceranno il naso per le scelte velocissime del segretario del Partito democratico. Non capiscono che è passata un’era geologica e il PCI non è il PD. Siamo in una fase che potremmo definire liquida, dove tutto è possibile, auspicabile, imprevedibile; tutti hanno la verità in tasca ma nessuno la mostra agli altri. Dicono sia un gioco di ruolo e che Renzi sia stato molto bravo a condurlo. Lo sguardo torvo del Presidente Mattarella racconta altro ma, evidentemente, è solo una mia impressione. Draghi è un professionista si dice in giro e il corollario a questa affermazione è che Conte non lo fosse. Draghi è un fuoriclasse e anche qui il riferimento è a Conte che, al massimo, può aspirare al ruolo di Oriali (destinato però a vincere i mondiali). Abbiamo messo in campo Messi e tutti siamo felici. Il problema però è che la squadra vorrebbero sceglierla coloro i quali rischiavano la serie B facendo giocare sempre le stesse persone. Così Draghi, il fuoriclasse Draghi, rischia di impantanarsi a centrocampo. Ma loro chiedono un governo “politico” facendo intendere che governare non sia di per sé politico. Insomma, io da commissario tecnico da bar sport la vedo così: non basta Messi per vincere. Ci vuole la “garra”, ci vuole la “cazzimma”, ci vuole la visione del futuro. Questa politica elettrica e veloce ha dimostrato di non avere niente di tutto questo. Ma il futuro non ci riserva cose migliori.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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