Non sapendo cosa fare, l’altra sera ho guardato in tv la commedia “Vacanze ai Caraibi”, diretto da Neri Parenti e distribuito da Medusa. Tra i principali interpreti, Cristian De Sica, Angela Finocchiaro, Luca Argentero, Massimo Ghini e Dario Bandiera. Il film è diviso in tre episodi che si intrecciano l’un l’altro. Eccovi la mia recensione. Mario Grossi Tubi (Christian De Sica) è in difficoltà economiche e ha dilapidato la fortuna della moglie, Gianna (Angela Finocchiaro), ignara del disastro finanziario in cui sta precipitando. Vanno a trovare la figlia Pia, aspirante scienziata che si è stabilita nella casa di famiglia a Santo Domingo, e nell’occasione scoprono il suo fidanzamento col maturo Ottavio Vianale (Massimo Ghini), un nullafacente che si spaccia per miliardario, anch’egli ignaro delle difficoltà economiche dei genitori della promessa sposa. Credendolo davvero molto ricco e pensando così di sventare la bancarotta, Mario cerca di favorire il matrimonio tra Pia e Ottavio ed entra in confidenza col futuro genero. Tra gag ed equivoci, si giunge al lieto fine: Gianna scopre l’inganno del marito e Mario scopre l’inganno di Ottavio, ma un provvidenziale affare concluso dalla intelligentissima Pia salva la famiglia e restituisce a tutti la felicità. Due i momenti di maggiore pathos del film. 1. Ottavio e Mario, dopo aver mangiato una torta i fagioli al ristorante, vengono rapiti e rinchiusi nel bagagliaio di un’auto per essere trasportati nel luogo di prigionia. Il pasto pesante, in breve, sortisce l’effetto temuto: i due non riescono a controllare i loro sfinteri ed iniziano a scorreggiare, vanificando così il salvataggio ad opera di due poliziotti dominicani, abbattuti dai gas mefitici non appena aperto il baule dell’auto. 2. Il momento clou della sceneggiatura è il dialogo al ristorante tra Mario Grossi Tubi e Ottavio Vianale, durante il quale si pianifica il matrimonio. Ciascuno dei due interlocutori cerca di scaricare sull’altro le spese della cerimonia così, quando Ottavio propone delle partecipazioni, Grossi Tubi si oppone spiegando di non voler vedere stampato sui cartoncini nuziali il nome da sposata della figlia, che suonerebbe così: PIA GROSSI TUBI VIANALE
Il secondo episodio vede protagonisti Luca Argentero e Ilaria Spada, che si incontrano casualmente durante una crociera ai Caraibi. Entrambi sono sposati, ma tra loro esplode una incontrollabile passione sessuale. Scappano assieme lasciando sulla nave i rispettivi compagni, ma ben presto le differenze tra lui (filologo con la puzza sotto al naso) e lei (coatta dai modi ruspanti) emergono, portandoli alla decisione di tornare dai legittimi partner. Non prima di un ultimo focoso incontro, concluso con la caduta in un dirupo mentre era in corso l’amplesso. Vengono così rispediti a moglie e marito ingessati, ma uniti nella posizione dell’accoppiamento.
L’ultimo episodio, infine, è interpretato da Dario Bandiera, ossessionato dalle moderne tecnologie ma costretto da un naufragio a vivere in un’isola deserta, senza wifi, Tv ultraHd e Smartphone. Non vi anticipo la trama, ma aggiungo che è un remake del magnifico “Signor Robinson” di Sergio Corbucci, un Cast Away girato nel 1976 (a Cala Luna) con attori protagonisti Paolo Villaggio e Zeudi Araya. Momento clou di questo episodio, quello in cui il protagonista – disperato per l’impossibilità ad usare il telefono – decide di scrivere un messaggio di sos sulla spiaggia, nella speranza che un aereo lo avvisti. Il testo del messaggio è il seguente: “NON C’E’ CAMPO”.
Fine della recensione (adesso divento serio).
Alla fine del film, mi sono molto vergognato di me stesso. Sono un italiano medio e ho collezionato decine di commedie italiane trash con Lino Banfi, Tomas Milian, Pippo Franco, Enrico Montesano, Gigi Proietti e Alvaro Vitali, nelle quali il talento dei protagonisti spesso mascherava la debolezza di sceneggiature inconsistenti (ma non sempre inconsistenti, alcune avevano un loro perché). Ma un film insulso come “Vacanze ai Caraibi” io credo di non averlo mai visto. Non fa ridere, è di una volgarità sguaiata e gli sviluppi della trama sono scontati. Ma come fa Angela Finocchiaro, attrice brillante e talentuosa, a prestare la sua recitazione per un film come questo? Ma davvero c’è gente che ride per questa comicità? Certo che ce n’è. Il film ha incassato oltre sette milioni di euro ed è stato il terzo più visto al cinema nel 2015. Magari serve a farci un’idea di cosa siamo diventati.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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