Il personaggio di oggi è il destino degli italiani. O meglio, quella strana configurazione di eventi che sul più bello rischia sempre di affossare i cambiamenti importanti, quelli che per la loro natura porterebbero l’Italia fuori dalla sua mediocrità provinciale e bigotta. In questi giorni il Parlamento esamina il DDL Cirinnà, uno strumento che riconosce un ruolo sociale e dei diritti civili a nuclei familiari che esistono, che possono esistere ma che, per la mediocrità di cui dicevo, finora sono stati ignorati dal legislatore e lasciati nell’ombra. Due fattori stanno lavorando in queste ore a sgambettare la sua approvazione. Il primo è l’effetto combinato del Codice civile (che riconosce solo unioni eterosessuali) con lo stesso DDL. Per distrazione ci si è accorti solo all’ultimo che approvare il DDL senza opportuni emendamenti, porterebbe all’assurdo di non riconoscere le coppie omosessuali composte da almeno un genitore omosessuale. E per fortuna si sta lavorando per superare il problema. L’altro elemento è l’improvviso voltafaccia di Grillo. Dopo aver annunciato il sostegno dei suoi parlamentari al DDL, il comico genovese ha cambiato idea dicendo che ognuno avrà libertà di votare in coscienza. È anche giusto, per carità. Ma dirlo ora sa di tattica andreottiana. Defilarsi come sta facendo Grillo significa soprattutto non riconoscere più la battaglia civile che sta alla base del DDL. È un passo indietro della politica che rischia di impedire un passo avanti della società Italiana. Come se fosse un destino quello di restare un paese bigotto. Un destino per cui la classe politica, con poche eccezioni in questi giorni, non sembra provare fastidio. In questo il Movimento 5 stelle si sta rivelando bigotto e ambiguo come un qualsiasi partitello di centristi della Prima Repubblica. Altro che rivoluzione.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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