Accidenti, che storia scivolosa. Lunedì scorso ero seduto al tavolino di un bar dal quale si vedeva Fontana di Trevi. Intorno, il noto brusio onirico del chiacchiericcio romano da strada che mi mancava da un sacco di tempo per via di questo bastardo di covid. Era con me era un amico al quale voglio bene e che stimo molto per intelligenza, rettitudine, simpatia e idee di giustizia nonostante sia un deputato della Repubblica e faccia parte attivissima di una Camera dei Deputati che nel complesso da qualche anno stimo molto meno. Arriva il cameriere, mi sembra un nero-asiatico. Chiedo un Campari-Mi raccomando, con seltz, ma non troppo, e fetta di arancia. Mi porta un bicchierone pieno di un liquido rosastro. Succhio, prudentemente, alla cannuccia e, travolgente, mi rovina in bocca un sapore pasticciato di dolce-prosecco mischiato ad altre stucchevoli invadenze di natura indefinita. Chiamo il cameriere-Ha sbagliato ordinazione, avevo chiesto un Campari. -Yes, Campari – Mi risponde quello indicando il bicchiere.“Campari un cazzo”, mi viene da pensare, ma gli dico paziente-Per cortesia, tre dita di Bitter Campari in fondo al bicchiere, una spruzzata di seltz e un fetta di arancia. Null’altro.Guarda smarrito uno che sembra il direttore di sala e che accorre cortese al tavolo.-Ok, solo Campari in bicchiere. Noi non avere seltz, acqua tonica?-Acqua tonica? Ma cosa dice, l’acqua tonica altera il sapore!Non mi capisce.Il mio amico, divertito, mi poggia una mano sul braccio con gli occhi che mi dicono-Uccio, non rompere i coglioni!Ordino una gazzosa.Non ce l’hanno. Mi portano un surrogato con sapore di aspartame o altro edulcorante. L’amico mi spiega-Al centro di Roma, nelle zone monumentali, non ci sono quasi più locali pubblici portati avanti da italiani.-Ma è assurdo che nel centro della capitale d’Italia un bar non sia in grado di servire la più tipica delle bevande industriali italiane.-Lo so.-Ti rendi conto che se Salvini decide di cavalcare questo problema andrà a dire che non bisogna concedere agli stranieri extracomunitari di lavorare nei locali delle zone pregiate delle città italiane e un sacco di gente gli dirà che ha ragione?-E tu cosa faresti?Mi sento inchiodato e borbotto-Io faccio il cittadino e denuncio un problema, tu devi fare il politico e risolverlo.-Allora cavalchiamo, noi progressisti, il tuo malumore di consumatore di Campari deluso prima che lo faccia Salvini?-Sì, però stando attenti a non indulgere nel razzismo, a non farlo strumentalmente come lo fa la destra populista.Scuote le spalle e mi guarda ironico. Si è accorto che da una cosa stupida come questa ho improvvisamente capito quanto sia difficile in questa Italia sempre più di merda, ostaggio di chi strumentalizza i problemi anziché risolverli, il mestiere di quei pochi deputati che vogliono fare politica con onestà di pensiero.Però si è anche accorto che non glielo dirò mai, neppure se mi spara.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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