Non potevo prevedere che una domanda talmente innocua avrebbe avuto quelle conseguenze. – Mi parli del sentimento del contrario in Pirandello spiegandomi bene la differenza tra comicità e umorismo? – le ho chiesto appena si è seduta a sostenere il colloquio. E lei, con uno scatto da centrometrista, ha vomitato una definizione appresa con cura e ripassata chissà quante volte fino a fagocitare lo stesso lessico del libro di testo. – Fammi un esempio – ho incalzato, costringendola a rovistare tra le informazioni per mostrarmi quanta contezza avesse di quelle parole. – Se immaginiamo una vecchia signora […] tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili – – No, non quello classico citato su tutte le antologie. Inventane uno nuovo perché vorrei capire se ti è chiara la differenza – ho precisato interrompendo la pappardella.
Ci ha pensato un attimo, ha rivolto lo sguardo verso il soffitto e gli abbondanti strati di mascara hanno trasformato gli occhi in due enormi ragni.
– Io potrei esserne un esempio – – Sì, spiegami meglio… – le ho detto incuriosita. – Io che sono l’anima della comitiva, che faccio continuamente battute dissacranti rivolte alla tristezza degli amici e invece loro non sanno che… – e quei due ragni si sono messi a nuotare, inaspettatamente travolti da uno tsunami di lacrime.
Non è riuscita a terminare la frase.
Mentre i colleghi della commissione tentavano di calmarla, chiudendo quella botola che aveva aperto il varco di un anfratto inesplorato, io l’ho odiata. Ho odiato quella ragazzina seduta sulle sue lacrime. Ho odiato me, soprattutto, che in casi simili non so mai cosa fare né cosa dire. E più di tutto ho odiato chi, ignaro e presuntuoso, sfodera un umorismo svalutato a comicità, senza capire la differenza che passa tra un sospiro e un rutto.
Mentre una ragazzina piange davanti a me non appena ne prende coscienza.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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