Parto da un ricordo personale: nel 1983 ero all’Università e pensavo alla tesi. Acquistai il libro di Umberto Eco “Come si fa una tesi di laurea” e capii subito una cosa: quel libro mi sarebbe sicuramente servito nel corso della vita. Grazie a quei capitoli scrissi la tesi ma imparai che i giovani e gli sutdenti in generale vorrebbero scrivere dell’universo mondo e poi sono costretti a focalizzare meglio la loro sete di sapere. In quel “libello” c’era un’altro piccolo grande insegnamento: sappiate citare e, sopratuttto siate onesti. Molte cose sono già state scritte nel corso dei secoli: riconoscere le fonti è dote di grande maturità e onestà intellettuale. Eco sostenveva infatti che citare era importantissimo, in quanto nessuno può essere depositario del sapere del mondo, ma la citazione deve essere ben visibile. Occorre avere il coraggio di scrivere cose sensate e vere, che si possono provare. Con quel libro ci passai un anno della mia vita. Imparai a citare e a sintetizzare, imparai la bellezza dello scrivere e l’importanza delle parole. Amai Umberto Eco per un altro libro che non è il famosisssimo “Il nome della rosa”, bensì il suo secondo, uscito nel 1988: “Il pendolo di Foucault”. L’ho amato intensamente perchè mi ha accompagnato nelle serate vuote all’Asinara. Provate a leggerlo, se volete e fatelo chiudendo, dopo ogni capitolo, gli occhi. Tutto il libro ha rumori di zoccoli, cavalieri, complotti, segrete stanze. E’ un libro immenso da dove, almeno credo, Dan Brown ha saccheggiato a piene mani per il suo Codice da Vinci. Questo il mio piccolo ricordo di un grande uomo che ci spiegò l’amore per la lettura: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. La lettura è un’immortalità all’indietro.” Ho letto tutti i suoi sette romanzi e per colpa sua ho dunque acquisito moltissimi anni ma, grazie a quel libretto dell’Università, di come si fa una tesi di laurea, continuo a mantenere la curiosità di un ragazzino. Grazie professor Umberto Eco per le parole e le storie, grazie per tutte le vite che ho potuto vivere leggendo i tuoi romanzi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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