Come addetto stampa dell’Ente Spaziale, vi do il buon giorno e il benvenuto.
La missione spaziale è rientrata da poche ore ed è giusto fornire una prima formale comunicazione in questa conferenza stampa convocata in tutta fretta per l’occasione.
Come già sapete è andato tutto bene e tutti sono rientrati sani e salvi. Gli astronauti stanno terminando il protocollo medico. Tuttavia abbiamo avuto l’autorizzazione per avere qui con noi, per un saluto e una breve comunicazione, il Comandante della missione, il Generale Schwarkz, e il Responsabile scientifico il Professor Osiride.
Sapete già che nel pianeta esplorato, vi sono forme di vita intelligenti. Una specie umanoide. Seguirà una più esaustiva conferenza stampa, per il momento troverete nelle vostre cartelle i supporti multimediali per un primo approfondimento.
La parola ora al Comandante della missione, Generale Schwarkz.
Signori e signore, buongiorno.
Sono molto felice di essere di nuovo tra voi, di essere tornato in un pianeta civile. Le ristrettezze e i doveri della missione spaziale, i sacrifici e i pericoli, hanno dimostrato, ancora una volta, non solo la grandezza tecnologica, ma anche le superiori doti morali del nostro mondo.
Abbiamo trovato un pianeta abitato da una rozza specie intelligente. Una razza dotata di una discreta tecnologia, anche se ancora primitiva, con una struttura sociale piuttosto incongruente e confusa. Un pianeta che non riesce, a quanto pare, a vivere nella pace, e che preferisce l’odio all’amore, come dimostrano i continui focolai di guerra e i disordini che lo pervadono.
Un pianeta che non sembra timorato di Dio, nonostante i tanti edifici dedicati alla religione. Gente che non ha rispetto del suo mondo, lo sporca e lo inquina. Vivono in città affollate e caotiche, passando molte ore dentro scatole semoventi pericolosissime, dimostrando di non avere neppure interesse per la propria incolumità.
Ma la cosa che più colpisce, di quel pianeta, è l’immoralità. Solo per fare un esempio, pensate che, quando fa caldo, si accalcano sul margine che distingue la terra dall’acqua, ignudi o quasi, oppure affollano dei locali, dimenandosi in modo strano, fumando e bevendo sostanze psicotrope. Non oso immaginare cosa possa accadere in quei posti, quale degradazione morale li possa pervadere.
Tuttavia il loro mondo è ricco di risorse naturali, di materie prime che qui da noi scarseggiano. Una ricchezza immeritata.
Ora credo che la nostra missione sia portare da loro il timore di Dio, la morale, la civiltà.
Esporteremo la nostra cultura superiore e i nostri istituti democratici. Porteremo da loro lo sviluppo, la pace e la democrazia, in cambio delle risorse di cui quel mondo tanto abbonda.
Grazie!
Grazie Generale Schwarkz, ora la parola al Professor Osiride.
Signore e signori, buongiorno.
In quel pianeta, come ha detto il Generale, vi è una specie intelligente che è riuscita a dominare il proprio mondo. In realtà, abbiamo evitato quelle operazioni che potessero mettere a rischio la nostra incolumità e l’esito della missione; abbiamo evitato il contatto e quindi turbamenti che potessero modificare il naturale andamento del loro destino.
Ma la descrizione della specie dominante, non sarebbe comprensibile senza dare un cenno sulla bellezza di quel pianeta.
E’ difficile descrivere con le nostre capacità retoriche quello che abbiamo visto. Ci vorrebbe un poeta.
Ad esempio, l’atmosfera. Un’atmosfera che, con il tramontare dell’astro accecante che dona la vita a quel mondo, si vena di striature rosate, talvolta rosse e, infine, quando giunge il buio, e la vista si abitua all’oscurità, iniziano ad apparire le stelle. Sissignori, lo so che può apparire incredibile, ma da quel mondo, chiunque, guardando il cielo notturno, può vedere le stelle anche se a distanza di milioni di anni luce!
La vista del nostro pianeta, da laggiù, come puntino luminoso, fioco e tremolante, è il momento più significativo che abbia mai vissuto.
Vorrei descrivere i paesaggi di quel pianeta, montagne, corsi d’acqua, colori arcobaleno, il verde intenso della rigogliosa vegetazione, deserti di sabbia e di ghiaccio, il scintillare e i riflessi di quel mare, le forme di vita curiose, multiformi, che ci vivono, come quegli animaletti graziosi capaci di volare e di emettere bei suoni. Per non parlare di quei meravigliosi oggetti volanti e biancheggianti che si stagliano nella volta azzurra, e che abbiamo scoperto essere vapore acqueo.
Ma ci sarà modo e il tempo.
Concludiamo, perciò, questa nostra breve sintesi, con la convinzione che, nonostante il programma previsto non ci abbia consentito approfondimenti di natura sociale e culturale, la bellezza, la pace, i colori, l’armonia interiore che è in grado di infondere quel pianeta, certamente rende i terrestri una specie fortunata nell’intero universo.
E crediamo anche che, un mondo così bello, non può non aver forgiato nel corso delle ere e della sua storia una forma di vita che, qualcosa di buono, nel suo cuore, lo deve avere.
Grazie.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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