Lo so Signorina, sta esitando, davanti allo specchio, con le Sue smorfie ritoccandosi le labbra. Certo, sta pensando, dovrebbe andare, visto che gli altri, i Colleghi, andranno tutti. Ma Lei, Signorina, non se la sente. Forse ha un piccolo rimorso o forse ha un rimorso piccolo. O forse fa solo troppo caldo, oggi, per star li sotto il sole, dentro il suo abitino strizzato, sui suoi tacchi precari.E poi la chiesa e l’incenso, la predica e quei discorsi di commiato. No, proprio no. Le scappa da ridere, lo so, solo a pensare alla Pina e alla Mariangela, commosse nel loro compunto dolore e alla faccia finto triste del Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam.Ma non si preoccupi Signorina, tutti glielo chiediamo in coro, un coro silente ma compatto, il coro di noi che abbiamo fatto in silenzio il tifo, che abbiamo sperato fino all’ultima scena, ogni volta. Non vada, Signorina. Lo sappiamo che Ugo La cercherà con gli occhi, nascondendosi dallo sguardo di Pina, combattendo ancora una volta, l’ultima, tra la speranza di trovarLa e quella di non vederLa lì, con lui conciato in quel modo, proprio ora. Ce lo lasci per noi Ugo, almeno per questa volta.Siamo già tutti qui davanti al televisore che lo aspettiamo, verrà di certo, per la diretta. Non se la perderà. Filini già armeggia in cucina con la mega frittatona di cipolla e il frigo è pieno di Peroni, gelate al punto giusto.Verrà Ugo, certo che verrà. Ce lo guardiamo da qui, dal divano, il finale di questo film, dove noi e Ugo non abbiamo vinto mai.Ma oggi si, oggi si che vinciamo. Lo sentiamo. E non si sorprenda per il gestaccio, lo farà, ah, si certo che lo farà.Uscirà nel sagrato assolato, in piedi in canottiera, tra la folla sbigottita e lo farà.Un unico e immenso gesto dell’ombrello da Aosta a Palermo, da Lecce a Trento, seguito da una impareggiabile pernacchia senza fine. Anche per Lei, Signorina Silvani.E quando il Megadirettore punterà il dito tra la folla silenziosa, chiedendo: “Fantocci, è Lei?”, la risposta sarà una sola. “No, Direttore, non sono io. Io sono Paolo. Il Rag. Fantozzi non è più qui, da oggi è dimissionario, per sempre”.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
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