A proposito, te lo sei mai chiesto perché in quel 1796 Giommaria Angioy se veniva da Cagliari sia entrato a Sassari da Porta Sant’Antonio? Che si usava per il traffico da e verso Porto Torres. La vera storia è che Angioy, alla testa dei suoi mille cavalieri e del corteo di popolo che lo aveva seguito ingrossandosi sempre di più nel viaggio da Cagliari, in effetti si presentò a Sassari alla porta giusta per chi veniva dal Sud, e cioè Porta di Castello, nell’attuale piazza Castello, e allora c’era ancora il relativo Castello.
I mille cavalieri e le migliaia di popolani facevano un casino da matti sotto la porta. Dopo quel viaggio di quindici giorni erano stanchi: chi aveva fame, chi voleva rinfrescarsi, chi voleva sedersi, chi si stava pisciando. Insomma, Giommaria Angioy ordinò a uno dei suoi di bussare alla porta.
-Aprite, dannazione, siamo qui da un’ora.
-E chi è?
-Veniamo a liberarvi, alla nostra testa è Angioy!
-No, non ci interessa, qui siamo tutti cristiani.
-Cosa c’entra? Anche noi siamo cristiani.
-Se hai detto che siete testimoni di Geova!
-Ho detto che alla nostra testa è Angioy non che siamo testimoni di Geova, coglione!
In effetti a guardia della porta in quel momento era il caporale Zuniari, sordastro.
Giommaria Angioy decise di prendere personalmente in mano la difficile situazione.
-Aprite o assediamo la città!
-E tu ca sei?
-Angioy.
-Di chissi Angioni di Largo Casalabria?
-Angioy, stolto, non Angioni.
Alla fine uscì dal posto di guardia il superiore del caporale Zuniari.
-E cos’è chistu aburotu?
-V’è Angioni chi vo intrà.
-Di chissi Angioni di largo Casalabria?
-Debi d’assè.
Il superiore montò sugli spalti e urlò dabbasso
-Qual è il tuo nome di battesimo?
-Giovanni Maria!
Il superiore si volse verso il caporale Zuniari con un cenno di conferma.
-Giommaria Angioni, propiu unu di chissi ch’isthaziani in largo Casalabria. M’ani dittu chi abà vendi l’encicropedie.
Si sporse nuovamente dalle possenti mura
-No, non ce ne servono di encicropedie.
Giommaria Angioy preferì non insistere anche per evitare una strage e rasentò le mura lungo quella che ora è viale Umberto sino ad arrivare a Porta di Rosello. Quella era la porta che si usava per il traffico con la Romangia, ed era frequentata soprattutto da gente di Sorso e di Sennori.
Questa volta non mandò nessuno e bussò lui stesso imperiosamente alla porta.
-E ca è?
Angioy, per evitare equivoci legati al nome, scelse di presentarsi con grado e funzione, quella di alternos, cioè delegato del Re.
-Sono l’alternos.
-Ca?
-L’alternos di Sua Maestà, maledizione, aprite!
Dietro la porta ci fu un confabulare
-Alternos? E cosa vo dì?
-No ai cumpresu, chisthu è l’elettricista sussincu Babbu Cossu, di ingiugliu si ciamma Corrente Alternata parchì lu manzanu si imbriagheggia cu li vinu di Sossu e a dinotti cu chissu di Sennori.
-Chissu Babbu Cossu chi è sempri fendi bugli e abbuffunaduri?
-Emmu, parò chista voltha lu futimmu noi.
-Ma chi sei, Babbu Cossu, l’elettricista?
-Ma quale elettricista, pezzente, sono l’alternos.
-Propiamenti. L’elettricista.
-Sono Giommaria Angioy.
-Se non confessi che sei Babbu Cossu non ti faccio entrare.
Angioy si voltò verso i suoi, erano esausti, il luogotenente gli consigliò
-Gli dica quello che vogliono, purché finalmente si possa entrare.
Angioy si rassegnò e urlò verso la porta
-Va bene, sono Babbu Cossu.
-E cosa fai di faculthai?
-L’elettricista.
-E tandu illumineggiami la bossa manna di li cuglioni!
Il capoposto si volse soddisfatto ai suoi
-L’abia dittu chi chista voltha lu futtiami noi a Babbu Cossu.
E fu così che l’alternos alla fine fu costretto a entrare da Porta Sant’Antonio
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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