Bormes-les-Mimosas, 26 luglio 2017 (MARION LEFLOUR/AFP/Getty Images)
E così, sotto il link dell’incendio terribile, tutti a maledire l’incendiario cattivo. Quanti “frastimi” per quei maledetti. Quanta rabbia, quanta sete di vendetta! Eppure, quell’incendio, come tanti altri, è colposo, sfuggito ad un abbruciamento neppure autorizzato, così come quello, più a nord, scaturito dalle scintille di uno smeriglio. Tante maledizioni, ma nessuno che esorta a fare attenzione. Ora, se la parte di me “studiata”, culturale e antropologica, avesse ancora voglia, dopo una giornata di duro lavoro sul fronte antincendio, di analizzare la psicologia di massa che porta a queste deformazioni mentali, forse potrei provare a spiegare alcune cose. Magari lo farò, ma non ora. Dato che da anni vado invocando maggiore cura ed attenzione, e continuano ad uscire incendi colposi devastanti, e tutti continuano a inveire contro gli incendiari sotto i link degli incendi colposi, prevale il lato stanco di me, che mi fa dire che, tutto sommato, di volere davvero bene a questa terra gli frega poco a nessuno. Per questo dovremo cospargerci tutti, dico tutti, il capo della cenere di questi incendi. Perché fare gli splendidi invocando pene severe, mani tagliate, atroci torture per gli incendiari ci siamo buoni tutti. A fare attenzione, invece, a praticare buoni comportamenti, un po’ meno. E neppure siamo buoni a promuoverli, questi buoni comportamenti. Dovremo riflettere un po’ tutti su questa cosa. Di quanto, cioè, sia facile inveire contro i presunti cattivi e sia invece difficile promuovere e praticare buoni comportamenti sociali e civili. Ma soprattutto dovrebbero promuovere i buoni comportamenti, in particolare modo, chi è deputato all’educazione, come le istituzioni, i politici, i giornalisti. Ma anch’essi, come è ormai temperie d’oggi, sono a caccia di facile visibilità. E così succede che l’eurodeputata grillina presenta un esposto alla Procura della Repubblica, sulla base di quello che si legge sui social e anche, in parte, purtroppo, sui giornali. Cioè sul nulla e sul sentito dire. E così succede che tutti si buttano sull’industria del fuoco, sull’inasprimento delle pene, sulle speculazioni varie e sull’affarismo. Che sforzo. E se la tirano pure. Ecco, questo è il risultato. E non mi venite a dire, perché siamo tutti colpevoli. Perché una percentuale di delinquenti nella composizione di una comunità ci sarà sempre, e poco vale inveire o maledire; ma gli incendi per incuria e menefreghismo sono quelli che si possono evitare con un poco di impegno da parte di tutti noi. E se per i delinquenti ci sono le forze dell’ordine, per la civiltà ci siamo noi, tutti noi. Dai, diciamoci la verità, quanti “like” prende uno che esorta a non buttare le cicche di sigaretta dall’autoveicolo, a non gettare la carbonella dopo lo spuntino, a fare attenzione all’uso dello smeriglio, della motosega e di altri attrezzi pericolosi, a rispettare l’ordinanza antincendi? Diciamoci la verità. Calci in bocca, prende, uno così. Ci fa sentire più intelligenti, invece, lasciarci andare alle facili suggestioni, entrare nella spirale della facile approvazione, elencare tutti i complottismi, il terrorismo, le speculazioni edilizie e di altro genere, e ora, per ultima, quest’ultima idiozia dei Canadair, una sorta di aggiornamento della vecchia teoria dell’industria del fuoco, che tanto ci fa sentire furbi e perspicaci. Segui la scia del denaro! E come spesso accade alle idiozie, ma solo a quelle cattive e ingrate, eccola lì che vola di bocca in bocca, che già è diventata patrimonio comune del sentito dire e del luogo comune. La gente ha bisogno di colpevoli, di capri espiatori. E la cicca di sigaretta, o uno smeriglio scintillante, o la carbonella del turista, è troppo banale, per nutrire il nostro ego di iperboliche teorie, che poi sempre quelle sono, trite e ritrite. E dovremo riflettere su un’altra cosa, specie noi sardi. Siamo terribilmente chiusi e autoreferenziali. Crediamo che il “nostro” problema sia il problema assoluto e universale. Se alziamo un poco lo sguardo, trascurando per un attimo le nostre demenziali teorie complottiste, scopriamo che anche l’Italia sta bruciando. Beh, c’è la mafia, come gli stessi osservatori italiani, alla Saviano, oltre non sanno andare. E qui sardi e italiani affondano nella stessa identica retorica dell’antistoria italica. Ma se osserviamo oltre l’Italia, potremmo scoprire qualcosa di incredibile. Potremo scoprire, infatti, che anche il sud della Francia, la Spagna, il Portogallo, persino i paesi del nord Europa, stanno bruciando! E bruciano seguendo esattamente, in proporzione, le zone climaticamente più a rischio, che con la siccità si sono espanse notevolmente. E noi a parlare di industria del fuoco, di Canadair, di strategie occulte, di mafia e di terrorismo. Eppure in Irlanda, nella fresca e verde Irlanda, meno predisposta del clima mediterraneo, dove un incendio a maggio ha percorso oltre 3000 ettari, quasi quanto tutti gli incendi della Sardegna di quest’anno, tutte queste cose non esistono, come non esistono negli altri paesi europei devastati. Si pensi al Portogallo, dove un incendio ha causato 62 morti, o alla Costa Azzura, in Francia, dove sono state sfollate 12 mila persone e la nube della fuliggine è arrivata persino in Sardegna. Ecco, gli incendi stanno devastando l’Europa, ma che dico, anche le altre aree del pianete soggette per clima a questo fenomeno, come la California e l’Australia. Ma noi, in Sardegna, chiusi e autoreferenziali, crediamo che il mondo è solo contro di noi, cattivo e maledetto, e gli incendiari ci hanno preso di mira, e mostriamo, così, la nostra povera pecora bruciacchiata, che fa il giro delle bacheche, con il condimento di vittimismo e maledizioni, senza sapere che quella povera bestia ritrae l’esito di un devastante incendio australiano, ben più grande dei nostri. Ma mentre la più preoccupante siccità da cent’anni a questa parte, un vero e proprio disastro planetario, stende la sua mano sinistra e rovente in questa parte di mondo, allungandosi in aree che di solito, per clima, erano meno soggette al fenomeno degli incendi, i grandi della terra, con in testa Trump, trascurano spavaldamente i cambiamenti climatici. Se ne fregano proprio, è il caso di dirlo, hanno altre priorità. E mentre loro se ne fregano, e lo stile di vita consumista e industriale sta distruggendo la casa in cui abitiamo, noi inveiamo contro gli incendiari, ma solo contro quelli che devastano la Sardegna, isola scollegata dal resto del mondo.
Nella foto Gli incendi nel sud della Francia Bormes-les-Mimosas, 26 luglio 2017 (MARION LEFLOUR/AFP/Getty Images)
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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