Il nuovo ambizioso programma politico di un certo fronte indipendentista è l’abbattimento della statua di Carlo Felice a Cagliari o, in alternativa, la scelta di un nuovo nome per la strada intitolata al feroce sovrano.
Lo sappiamo tutti che la storia sarda è un elenco di dominazioni violente, saccheggi, sfruttamento selvaggio di risorse. Fatti da ricordare rigorosamente attraverso la ricerca e l’analisi storica – come ha fatto Fiorenzo Caterini col suo apprezzato saggio sulla storia del disboscamento – possibilmente istituendo lo studio obbligatorio della storia sarda nelle scuole della nostra regione.
Ma queste campagne contro statue e nomi delle strade rendono ancora una volta l’immagine di un indipendentismo che cerca di costruire l’identità prevalentemente attraverso le disgrazie del passato e vede nello straniero esclusivamente un predone, un conquistatore, un invasore. Non credo si possa costruire granché abbattendo una statua, per quanto altamente simbolica, sicuramente nulla si costruisce attraverso l’odio. L’identità, per come la vedo io, si costruisce molto più guardando al futuro che al passato, pensando a come capitalizzare al massimo le nostre risorse, da noi stesse sottovalutate, cercando le relazioni tra territori divisi da stupide rivalità, purtroppo molto più forti degli elementi di coesione. Cercare la nostra fortuna senza cadere nel solito vittimismo o gridando alla congiura italiana se le cose non funzionano è, per quanto mi riguarda, un modo molto più maturo per realizzare una Sardegna padrona del proprio destino. I programmi politici seri si articolano su progetti che vedano ogni territorio come una parte del mondo e non il resto del mondo come nemico, nel presente e nel passato. Cercare solo le colpe degli altri non serve, trovarle in una statua è ridicolo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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