Ci sono troppe cose che mancano per avere un bagaglio informativo ideale/ Non credo di essere oltremodo informato/ non penso che ci siano informazioni oggettive.
Erano, queste, parole cantate da Marco Castoldi, in arte Morgan, quando era il leader dei Bluvertigo.
Informarsi è faticoso, e in quella canzone Morgan faceva riferimento ad una relativa pigrizia, che è la mia, anche.
Però,ogni tanto lo sforzo lo faccio, e visto che attingere da una sola fonte dicono non basti, ho optato per una tattica abbastanza efficace.
Con un “mi piace” sulle pagine dei quotidiani, le notizie me le trovo in bacheca, così l’occhio mi ci deve cadere per forza.
Se Maria non va alla notizia, la notizia va a Maria.
Nei momenti di particolare energia mentale e autostima, pure sulle pagine dei quotidiani stranieri lo metto, il mio “mi piace”.
E’ così che, grazie al mio provvidenziale click, giungono notizie dalla Francia, e io, quando vedo il faccione di François Hollande, davvero non resisto. Sarà il faccione in sé, sarà quella definizione utilizzata dai suoi cittadini, che lo definirono sì, “onesto” ma mou, “molle” come una caramella … proprio non resisto. Un po’ come capita per il faccione di Renzi.
Scrissi mesi fa un post in cui compivo un un parallelo tra la soap opera scoppiata all’Eliseo tra François, la sua ex moglie col nome simile a quello di una razza canina, l’attrice di turno da una parte e le storiacce di casa nostra, dall’altra.
Bene, ieri Hollande mi compare in home page tra le righe delle rivista Nouvel Observateur:
LICENZIAMENTI: HOLLANDE VUOLE AMMORBIDIRE LE REGOLE.
“Non vogliamo che si licenzi a prescindere dalle condizioni, ma quando c’è una condizione economica difficile”;
“Perché le assunzioni, quando si fanno, sono perlopiù a tempo determinato? Perché gli imprenditori hanno paura di licenziare”.
Fossero pagine della “Settimana Enigmistica”, questo potrebbe essere il “Chi ci ricorda?” o il “Trova le differenze”.
MAIS OUI! Anche in Francia, come in Italia, gli imprenditori se la fanno sotto per la paura di non poter licenziare. Peccato che in campagna elettorale il nostro avesse dichiarato guerra alla precarietà – in uno dei 60 punti del suo programma- e di voler cambiare questo e altro in 100 giorni ( “Chi ci ricorda”, pt. II).
Ah, la France!
Ma chi l’ha detto che noi italiani e i francesi siamo incompatibili? Nemmeno l’annosa polemica sul bidet può essere presa a simbolo di presunte differenze inconciliabili, ormai. Perché sulle questioni che contano, ci siamo.
Salvini e Marine, ad esempio, si adorano, ballano il tango insieme, e lui, per amore, sta anche imparando il francese.
“ Viv la Frans, viv la Leg du Nord, vive le Front Nassional!”.
Ah,anche Hollande usa molto twitter.
Certo, la strada per eguagliarci da questo punto di vista è molto lunga, perché lui, gli hashtag, proprio non li sa usare. Anzi, a ben guardare non li usa proprio per fare propaganda sul suo programma e non è nemmeno tanto produttivo: ad oggi, data 6 gennaio, nella sua pagina ufficiale campeggiano gli stringatissimi auguri di buon anno a tutti i francesi per il 2015.
Nel frattempo, il nostro Renzi, sul social, ha già gracchiato su:
Ha infine promesso che “ce la mettiamo tutta”.
Che ce la mettano tutta, ( in quel posto) io ci credo.
PS; Il quotidiano a cui ho regalato il mio ” mi piace” mi informa che il best seller sulle corna all’Eliseo diventerà un film;
PPS: La canzone dei Bluvertigo, iniziava così: “ Io sto bene senza televisore sottomano/ ho molto più tempo per i libri arretrati.
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