Quando mi sono imbattuto in questa notizia ho, in realtà, cominciato a ridere perché non sapevo (a dire il vero ignoravo completamente ed ero dunque ignorante) che esistesse il quagga e che l’ultimo esemplare presente sulla terra morì, presso lo zoo di Amsterdam il 12 agosto del 1883. Il quagga è una sottospecie estinta della zebra delle pianure e un tempo in Sudafrica. La differenza con la zebra che comunemente conosciamo è che il quagga aveva le caratteristiche strisce nere soltanto nella parte anteriore del corpo. Quella posteriore, era interamente bruna. Ho riso perché la mente è ritornata alla famosissima gag del gruppo napoletano La smorfia relativa all’arca di Noè, dove Lello Arena impersonificava il vecchio patriarca e Massimo Troisi tentava, fingendosi una volta un animale, una volta un altro, di salire sull’arca per salvarsi. Ai ripetuti dinieghi di Noè-Arena (ce l’abbiamo già) il genio Troisi trova una soluzione che rappresenta, a mio avviso, lo spirito tipicamente italiano. Si inventa un animale falso, palesemente inesistente, che chiama “minollo”, così come in altri tempi aveva fatto Walter Chiari, altro grandissimo genio della comicità, inventandosi “Sarchiapone” (duetto irresistibile tra lui e la sua spalla Carlo Campanini). Quando Noè chiede come diavolo è fatto il minollo, il buon Troisi gioca moltissimo su dire e non dire, sul raccontare e non raccontare, sull’affermare per poi correggere, sul dichiarare e poi smentire. Il minollo è quello che noi siamo ma non vogliamo essere, la parte peggiore di noi stessi, imprecisi, superficiali, pasticcioni. Il minollo è il voler convincere l’interlocutore con un argomento che non esiste. Il minollo dalle nostre parti non si è mai estinto come, invece il quagga, animale vero ma ormai sparito. Per dirla tutta: il minollo è la rappresentazione del nulla, il quagga è una verità storica che non conoscevamo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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