In una settimana le ho riviste tutte. Tre diverse idee di passato. Tre mondi a base di carbonato di calcio. Tre luoghi del sangue per un pesce mezzosangue come me. Tre diversi modi di aver bisogno del mare. Mi spiego: Cagliari e Bonifacio non hanno bisogno del mare, essendo mare loro stesse. Mentre di Roma possiamo dire che è stato il Mediterraneo, a un certo punto, ad aver bisogno di lei per nascere come sistema. Il bisogno di mare è di chi, ogni tanto, ci torna. E sì che ne vedo ogni giorno.
A Bonifacio e Roma ci sono andato per impegni col Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, come membro del Consiglio direttivo. A Cagliari, invece, per motivi strettamente personali. Curiosamente è anche successo che il giorno dopo la mia partenza, a Cagliari, si sia tenuta una riunione importantissima che riguardava proprio il Parco e il Piano che da vent’anni deve essere varato. Mentre martedì, a Roma, al Ministero, ci hanno riunito per dirci che il tempo è scaduto e che entro poche settimane o si conclude o ci penseranno loro. È stata una riunione sorprendente, quella del Ministero. Non solo per la determinazione mostrata sul Piano del Parco, ma anche perché ho finalmente scoperto che il Ministero dell’Ambiente, sull’affaire Budelli, la pensa come me. O se volete sono io che la penso come loro.
Come la penso io è scritto in tre post pubblicati su Sardegnablogger in passato. In breve penso che Michael Harte, un privato che ha acquistato l’isola da un altro privato, possa rappresentare un’occasione buona per La Maddalena e la Sardegna. Penso, quindi, che il Parlamento non abbia avuto una buona idea quando ha tentato di sottrargli Budelli spendendo tre milioni di euro che potevano essere meglio impiegati. Infatti il Consiglio di Stato ha azzerato tutto. Ecco, Martedì scorso il Ministero dell’Ambiente, per bocca del Capo di Gabinetto del Ministro, ha lasciato intendere più o meno gli stessi concetti che avevo espresso nei mie precedenti post.
Ma si parlava di triangoli.
A volte mi chiedo se sono io strano, o se il fatto di essere isolano in modo viscerale è il vero fattore scatenante di questo straniamento che mi prende ogni volta che parto. Io Roma me la sogno spesso, ad esempio. Un paio di volte all’anno mi tornano a galla immagini da chissà dove. Forse è l’infanzia, forse sono esperienze fatte su qualche libro e impastate dalle sinapsi. Forse mi viene tutto su da qualche nulla che ho in fondo. Fatto sta che Roma me la sogno spesso. E sogno scorci dove lei non sembra una città ma un borgo con le dimensioni colossali di una città. Un pezzo di mondo pieno di discese e di vicoli, di quartieri con palazzi enormi che stanno su per gioco.
Bonifacio invece la sogno più spesso da sveglio. Ci sono tracce di questi sogni nel mio romanzo, Mistral bleu. Bonifacio è l’imbuto da cui passano certe radici liguri e galluresi, quelle che mi tengono attaccato a questo granito. È un misto di mare, musiche popolari, luci alla fine del giorno e orti invasi dal sole. È infanzia anche Bonifacio, in qualche modo, tirata su a racconti di chi ci era stato o ci aveva vissuto. E poi è l’unica delle tre che vedo da casa mia, se appena salgo sulla strada panoramica che gira intorno a La Maddalena e guardo verso nord-nord ovest. Da lì la Corsica è una schiena di Leviatano azzurra (l’azzurro che dà la distanza, se l’aria è abbastanza umida), e Bonifacio è una macchia quasi bianca sulla linea di galleggiamento della Creatura. Come una ferita vecchia, come un’incrostazione del mare.
Cagliari invece …
Cagliari è la mia nuova vita, in tutti i sensi. Lo è da vent’anni. I ricordi che mi smuove ogni scorcio di Castello, ogni angolo di Marina e di Stampace, ogni silhouette di San Michele, non è in grado di spostarli nessun altro luogo a me noto. A Cagliari ho assaggiato il sapore della morte e quello, infinitamente più devastante, della vita.
E ogni volta che mi avvicino a lei, lei me lo ricorda.
Bonifacio, Cagliari, Roma. Un triangolo che contiene la maggior parte di me. Tre luoghi di sorprese, anche. A Roma ad esempio, ho scoperto che i tassisti conoscono bene La Maddalena e la Sardegna intera e che la gente è meno stressata di come ci si aspetterebbe in un caos come quello che c’è. La gente che lavora, intendo. Perché poi ti fai un giro di notte e scopri che i sottopassaggi sono pieni di cittadini che ci vivono in pianta stabile, sommersi dalla puzza di piscio e dal rumore del traffico che gli scorre sopra.
Bonifacio invece è sorprendente perché è uno sputo che resiste in mezzo al nulla da più di un millennio. Sulla pagina di Wikipedia un proverbio in Bonifacino dice “A Bunifaziu aria de Roma e mare d’u Laziu ”. È un proverbio qualunque ma è anche un lato del triangolo.
Di Cagliari invece mi ha sorpreso una cosa presa l’altro giorno su una guida. È abbastanza vera, ma non l’avevo mai considerata: Cagliari sorge su sette colli. Monte Claro, Monte Urpinu, Castello, Tuvixeddu, Bonaria, San Michele e la Sella del Diavolo. Un altro lato del triangolo.
Mentre tornavo a casa, sulla 131 poco prima del tramonto, mi ha distratto la collina del Castello di S. Gavino. Ho immaginato un soldato, uno dei tanti che sono andati in giro per il mondo con l’intento di crearlo. Forse era romano e nemmeno parlava il latino. Forse era arabo o barbaro. Non importa. L’ho immaginato al tramonto, accampato alla meglio in una sera di fine estate, a guardare con i suoi occhi lo stesso colle che stavo guardando io; poi l’ho spostato quel soldato, e l’ho messo su una delle isole in mezzo alle Bocche, sempre al tramonto e sempre a fine estate, in un anno qualunque dell’Alto Medioevo.
E mentre il sole finiva un altro giro mi sono chiesto al posto suo: “Cosa ci facciamo, qui?”
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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