Perché Renzi fa il giro della Sardegna su vettura gommata anziché in treno? Ho la mente brulicante di risposte sarcastiche (cito Snoopy) ma forse è meglio restare sul genere serio. Renzi non ha bisogno di esperienze dirette per apprendere che nonostante tutto il servizio ferroviario in Sardegna fa cagare. E’ abbastanza classe dirigente da abbastanza anni, in un ruolo o nell’altro, per sapere bene che questa, insieme alla questione energetica e alla mancata continuità territoriale, è una delle beffe che ci fanno isola nell’anima, oltre che sulla carta geografica. Quindi sarebbe abbastanza inutile che constatasse che la traversata della Sardegna da Sassari a Cagliari (e viceversa se a qualche cagliaritano interessa per oscuri motivi venire a Sassari) se tutto va bene dura tre ore. Cioè il triplo, in certi casi anche di più, di quanto un treno continentale impiega per percorrere la stessa distanza. Magari però sarebbe istruttiva anche per Renzi una piccola lezione ferroviaria sui fatti nostri interni, cioè sul nostro spopolamento disomogeneo. Se Renzi parte da Sassari su un treno normale (non quelli allestiti per i politici, come ce l’aveva Trotskij quando era commissario del popolo), mettiamo su quello delle 6,30 circa per Cagliari, salirà alla stazione con 18 passeggeri tra cui 12 migranti di colore (che non li vogliamo perché ci rubano il lavoro e violentano le nostre donne ma sono tutti passeggeri paganti e se non fosse per loro il treno delle sei e mezzo partirebbe semivuoto). A Macomer salgono 10 passeggeri esatti. Tutti bianchi. Ad Abbasanta sono 20. La situazione cambia mentre ci dirigiamo al Sud, verso Cagliari. A Oristano salgono 100 passeggeri. A San Gavino altri 100. Ecco, se Renzi salisse su quel treno, siccome non è scemo, chiederebbe a qualche accompagnatore indigeno -Ma come mai al Nord non c’è nessuno e tutti si concentrano al Sud? Io se casualmente fossi lì vicino mi metterei in mezzo ai discorsi dei grandi per rispondergli -Lo chieda a chi vuole risolvere la situazione demografica facendo la Città Metropolitana di Cagliari. E penso che Renzi lo dovrebbe chiedere anche ai suoi amici sardi di partito, compresi quelli sassaresi e dintorni, che dicono che non c’è nessun complotto contro il Nord Ovest, che anche noi di sinistra siamo lamentosi, qualunquisti, che dobbiamo prendere il nostro futuro in mano e progettare. E’ vero che non ci sono complotti oscuri perché ogni diseguaglianza è sotto gli occhi di tutti e in quanto al fatto che per spirito di iniziativa siamo messi male, è altrettanto vero. Però io penso che, giusto per fare confronti con la storia nazionale, se qualcuno avesse risposto così a Salvemini, Gramsci, Villari e a tutti quelli che hanno agitato la questione meridionale come una delle palle di piombo al piede dell’Italia, di tutta l’Italia, non soltanto da Roma in giù, se qualcuno cioè avesse detto che i meridionali però si devono fare venire delle idee, avere progettualità, anziché lamentarsi, questo qualcuno lo avrebbe mandato affanculo anche Salvini.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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