Soltanto trecento metri hanno diviso le due proteste che hanno caratterizzato il lungomare di Cagliari in questi giorni di torrido caldo agostano. Mentre sotto i portici prospicienti il Municipio, i migranti provenienti dai fronti di guerra si rifiutavano di sottoporsi ai controlli di routine per poter al più presto raggiungere lidi più accoglienti, centinaia di docenti sardi protestavano davanti alla sede del Consiglio Regionale per evitare una migrazione forzata nelle scuole del Continente. Gli insegnanti sardi chiedevano alla Regione che prendesse posizione e ottenesse dal Governo un trattamento adeguato alle difficoltà che i docenti isolani avrebbero dovuto sostenere per il trasferimento nel caso in cui fossero stati assunti nell’ambito previsto dalla riforma nazionale dell’istruzione. Gli insegnanti avevano tempo fino al 14 agosto per presentare la domanda per il piano di assunzioni previsto dal Governo, chiedendo di indicare, pena la cancellazione dalle graduatorie, tutte le province del territorio nazionale. Per circa quattromila docenti sardi precari inseriti nelle graduatorie a esaurimento o vincitori di concorso del 2012, in teoria un’occasione per dire addio per sempre all’incertezza delle supplenze o raccogliere il premio di tre anni di studi selettivi. Ma l’assunzione per migliaia di insegnanti avrebbe voluto dire un trasferimento lontano da casa e dalle famiglie e così, tra chi in questi giorni ha compilato la domanda, oltre duemila per non emigrare hanno rinunciato. Nonostante l’appello, spontaneo, degli insegnanti, maestri e professori, scesi per giorni in piazza per disperazione dopo giornate e notti in preda a dubbi e preoccupazioni. La Regione Sardegna, essendo a Statuto speciale, avrebbe potuto opporsi alla fase nazionale, come hanno fatto Trentino e Valle d’Aosta e utilizzare i posti esistenti sull’organico di fatto (tanto per intenderci, quelli che si formano dopo la fine dell’anno scolastico in seguito a iscrizioni tardive o altro), e invece niente. Soltanto per limitarci al Sostegno, indiscutibilmente la classe di Concorso più delicata, a fronte di 111 cattedre, la graduatoria era formata da soltanto 98 docenti… Se si fossero richiesti posti aggiuntivi, i docenti sarebbero passati in ruolo tutti. E invece niente. Nonostante i posti in Sardegna ci siano, soltanto negli ultimi tre giorni prima di Ferragosto, l’assessore Firinu ha fatto finta di contattare il Ministero… ma ovviamente le risposte non sono arrivate, ed entro un mese, intanto, molte famiglie saranno costrette a dividersi o a perdere per sempre il frutto di una vita di studi e servizio. E la Sardegna a continuare da una parte a perdere per sempre metà dei suoi figli e dall’altra a vederne l’altra metà intristirsi in prospettive di disoccupazione forzata e irreversibile.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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